NARDO' - A Nardò si traccheggia.
In giunta posizioni egoistiche e irresponsabili da parte di qualcuno.
Si discute poco o per niente.
Gli interessi sono diversi e non in sintonia con i bisogni della città.
Il pezzo (vivace e poco allegro) è una semplice lettura dell'esistente, con Flavio Maglio al centro di un possibile ragionamento.
IL “FIORETTO” D’INIZIO ANNO E IL COLPO DI … MAGLIO (grosso martello a due teste).
GIUNTA IN MOVIMENTO.
Alzi la mano chi ad inizio d’anno non abbia fatto buoni propositi. Ad esempio: smettere di fumare, oppure decidere di fare un po’ di sport o non litigare più con la moglie. Questo per dire che dal nuovo anno ci aspettiamo la stessa cosa dalla vecchia amministrazione.
Un colpo d’ala, un cambio di passo, qualche buon proposito rivolto soprattutto sulla necessità, anche riconosciuta, di fare di più e fornire chiarezza sul versante della definizione della giunta (nuova di zecca o rimpastata?).
Anche per sapere (un esempio a caso) se la “federazione delle civiche” (perbacco, come sanno organizzarsi!) avrà l’assessore richiesto e se il sindaco Risi sarà disposto a concederglielo. Ma non si tratta soltanto di questo. La mutazione genetica (e anche cromatica) della giunta è da tempo sotto gli occhi di tutti e non si capisce bene (si fa per dire) cosa si aspetta a ringraziare qualche assessore per il suo operato e poi congedarlo, “ingaggiandone” qualcun altro che, sperabilmente, possa fare di più e meglio. Perché, poi, ci aspetteremmo qualche giudizio sul loro stesso operato. Basterebbe una sorta di tagliando. Senza offesa, come per le auto.
Una volta fatto, è certo che si viaggerà meglio e in sicurezza. Non vorremmo che operassero in una “zona franca” e non chiamati ad alcuna responsabilità. Ad esempio (oggi ci va di farne un po’!), avete seguito la presa di posizione del Movimento Cinquestelle che, curiosamente, con tre suoi parlamentari nazionali (a proposito, non bastavano i grillini di Nardò?) ha chiesto la testa dell’assessore all’ambiente Flavio Maglio?
Non gli dicono soltanto di andarsene, sic et simpliciter, ma argomentano con minuziosità le sue mancanze. Come in un impeachment, dal qual sarebbe ben difficile districarsi. Verrebbe da dire, un vero colpo di …maglio (grosso martello a due teste), precisamente assestato, che svaria da una responsabilità (la sua) all’altra.
Non essere riuscito a innestare nessuna azione per implementare la raccolta differenziata (fermi desolatamente al 12%, mentre la vicina Copertino fa il “porta a porta”), con la conseguenza della prossima ecotassa. Eppoi, la condotta sottomarina, con l’idea personale (ma non buona) di volere il collettamento dei reflui di Porto Cesareo a quelli di Nardò.
C’è dell’altro: la sua idea (altrettanto funesta) di voler riaprire la discarica di Castellino per accogliere le ecoballe di Cavallino e la pessima figura sul bando di gestione dei servizi del Parco Portoselvaggio-Palude del Capitano, con modalità di assegnazione “in esclusiva”. Presentato, fortemente contestato, infine ritirato. Chissà che fine avrà fatto!
C’è materia per discutere? Pensiamo proprio di sì, soltanto che non è successo nulla, nemmeno una reazione da parte dello stesso interessato, a tempo debito attaccato dalla stessa Consulta per l’Ambiente. Anche in questo caso, invocata, istituita, ignorata e bellamente messa da parte. Nel senso che non è stata mai interpellata o chiamata a dire la sua. Spreco di opportunità e buonsenso. Questa vicenda (la richiesta di dimissioni dell’assessore Flavio Maglio) non può non avere una sua evidenza.
Si vuole sapere se c’è qualcosa di vero in quello che i grillini dicono, se si tratta di malafede verso un assessore che pare avere le spalle larghe, se è tutto un equivoco. Un riscontro bisognerà però darlo, per non dare la sensazione (spesso, vicini alla verità) che ci si nasconde e non ci si assume le proprie responsabilità. Anche perché la materia del contendere non è di poco conto.
Parliamo di ambiente (e anche di turismo); la sfida del prossimo futuro per un corretto sviluppo, per una crescita culturale e anche economica. Guai a sbagliare ricetta (a dire il vero, si intravede appena), per non rischiare un declino difficilmente rimediabile. A tal proposito, mi conforta la bella intervista e analisi sull’argomento da parte dello scrittore Livio Romano.
Sul cosiddetto sviluppo turistico e non solo (strutture e affini), l’invito a ragionare (studiare) , a fare bene e, se ho capito, a fare presto. Gli esempi utili ci provengono da vicino: la bella Gallipoli che (per bocca di alcuni amministratori) già si sente in ritardo rispetto alla prossima stagione turistica. Complimenti, da ammirare! Non si tratta di una preoccupazione eccessiva, (da parte di una località che, si può dire, vive di turismo), anche perché, a causa del fenomenale flusso della scorsa stagione, dovrà ancor meglio “sistemare” il suo turismo (gestione lidi, parcheggi, servizi al turista; purtroppo, oggi, anche sotto l’attenzione dell’Antimafia). Insomma, non dovrà fare errori.
L’altrettanto bella Lecce (che crescita!) viaggia verso il riconoscimento di sito “Patrimonio dell’Umanità” per il suo straordinario barocco e si è inserita nella short-list (soltanto sei città candidate) per l’assegnazione del titolo “Città Europea della Cultura 2019”. Ma anche noi dobbiamo fare la nostra parte.
Il nostro compito, pertanto, avendo importanti risorse artistiche e ambientali, è quello di costruire su queste una buona fetta di futuro. S’è capito che, nella perdurante crisi che ci attanaglia, ambiente e turismo dovranno viaggiare appaiati. Potendo poi verificare che si tratta di una delle economie sulle quali possiamo ragionevolmente contare.