NARDO' - L’Osservatorio della città di Nardò, pone all’attenzione dei suoi lettori, l’idea di stabilire urgentemente delle norme per regolamentare un probabile e sempre più necessario codice ‘di comportamento Mediterraneo’. Immaginate per un momento la bellezza dei diversi paesi che si affacciano sul mediterraneo, alle loro caratteristiche comuni che ne stabiliscono ‘visivamente’ delle regole funzionali.
Ebbene, queste regole strutturano quel fattore comune a quel paesaggio ‘organico’ capace di generare anche la sua tecnologia costruttiva evolvendola secondo delle regole precise date da: la pietra, il sole e il vento. Questi elementi coesistenti hanno fatto sistema, hanno creato una struttura e ne hanno elaborato (selezionato) la migliore architettura per diventare paesaggio e luogo per la vita degli uomini.
Il C.E.M. dovrebbe riunire tutte quelle regole che la storia, il tempo, gli individui hanno lentamente selezionato, per vivere meglio il nostro territorio. Qui nasce la riflessione sulla barbarie che si sta perpetrando, a favore del ‘condizionamento’, prima per la nostra mente e poi conseguentemente per il nostro territorio (l’ Etica, appunto!).
Prendiamo ad esempio l’equivoco per cui la ‘resistenza’ all’omologazione mondiale, da parte dei paesi della fascia mediterranea viene percepita come un ‘arretramento culturale’ e non come una differenziazione di eccellenze che selezionano qualità paesaggistiche e ambientali uniche.
Un altro equivoco è quello che vede il mercato globale saturare segmenti di prodotti che arrivano da tutto il mondo e onnipresenti, per poi generare la ‘museificazione’ di quelli tipici locali, venduti magari ad un prezzo più alto, là proprio, dove tutt’intorno, la terra ne potrebbe produrre ancora.
E da qui, altri paradossi, come quelli costruttivi. A che vale infatti costruire case con grandi saloni e con grandi parti vetrate nel Salento, quando poi i condizionatori dovranno consumare molto molto di più, rispetto ad una casa, invece, ‘pensata’ per questa particolare zona?
E ancora l’equivoco di ‘inerbire’ a prato inglese, la macchia mediterranea (ossimoro progettuale e concettuale dei più azzardati), conoscendone poi l’enorme consumo di acqua. Ecco allora perché occorre un C.E.M. (Codice Etico Mediterraneo).
Occorre comprendere ed educare, sviluppando iniziative e modelli virtuosi, agevolando i migliori modi possibili di ‘utilizzare’ la nostra terra. Da questi pochi ma importanti equivoci è chiaro l’arretrata organizzazione del territorio. Bisogna ‘sostenere’, dunque, un modello di vita assolutamente diverso da quello che ci stanno prospettando, totalmente e sempre più dipendente dal ‘consumo cumulativo’ di qualunque risorsa e diventato tremendamente ‘energivoro’. Vivere in armonia con il territorio naturalmente, lo sappiamo, è tutta un’altra cosa.
La formazione e l’attuazione del C.E.M. invece selezionerebbe la qualità, oltreché per le singole abitazioni, anche per le scelte urbane e infrastrutturali dei grandi insediamenti, obbligando la progettazione ad una sana e responsabile strategia sostenibile adeguata all’integrazione tecnologica con la storia e la tradizione costruttiva. Necessitano dunque delle direttive precise alle quali attenersi, con rigorose (armoniche) regole mediterranee e ad elementari norme, tutte possibili assolutamente eco-compatibili e certo non dispendiose di energia.
Una buona ed interessante premessa al C.E.M., secondo noi, potrebbe partire dai documenti e dagli allegati pubblicati con il PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale), in particolare: le politiche del welfare, le politiche della mobilità, le politiche della valorizzazione, le politiche insediative e tavole seguenti.
In particolare: Deflusso naturale delle acque - Permeabilità del suolo - Pericolosità rispetto agli allagamenti- Litologia - Vulnerabilità degli acquiferi - Fasce di salvaguardia - Monitoraggio e tutela delle falde - Infrastrutture ambientali - depurazione e recupero delle acque reflue - Un nuovo modello di smaltimento dei rifiuti - Un progetto di diffusione della naturalità - strati - Scenari di espansione della naturalità esistente - Un nuovo modello energetico - Rischi.
L’Osservatorio sulla città, consapevole della situazione complessa di fronte alla quale, Nardò dovrà porre le basi e scegliere la strada per un suo futuro possibile, auspica maggiore impegno, nuova condivisione degli obiettivi e maggiore partecipazione alla vita amministrativa cittadina, con quella rinnovata e necessaria passione, avendo l’obiettivo di costruire una consapevole dialettica diretta alla crescita costante dei suoi cittadini. L’obiettivo è riuscire a guardare con maggiore sicurezza quella costruzione del ‘bene comune’, inteso come necessario programma reale per il futuro del nostro territorio.
L’ Osservatorio della città perciò, auspica maggiore attenzione per il nostro territorio. Una scorsa alla relazione occorre pur darla, rientra tra i doveri di ogni buon cittadino neretino e salentino che voglia ‘iniziare’ a parlare di futuro e se possibile della visione del Salento Parco.
Troverete tutto il materiale al link: http://www3.provincia.le.it/ptcp/ptcp/docs/documenti.htm
Osservatorio della città – Nardò (Le)