NARDO' - Solo una premessa alla cronaca: dopo ogni furto c'è la recriminazione in fotocopia dell'assessore Carlo Falangone, l'appello accorato a non violare il "tempio della cultura". La domanda è la seguente: ma, secondo voi amministratori, al tossico che si va a fare la giornata rubandosi il monitor del computer gliene fotte niente degli appelli accorati? Perché, tra i tanti che si buttano dalla finestra, ad esempio per consulenze che non pare stiano dando alcun risultato, non prendete cinquemila euro e mettete un allarme prima che qualche sconsiderato faccia danni irreversibili al "tempio"?
Ancora un furto con scasso nel cuore del Centro storico e nello scrigno della cultura di Nardò: il Teatro comunale. E' la quarta o quinta “violazione” in circa due anni, ormai non si contano più, e una delle responsabili della cooperativa che cura gli aventi nel teatro, Silvia Civilla, è fortemente demotivata ma anche impaurita dalla facilità con cui chiunque entra nella struttura.
La scoperta è stata effettuata ieri mattina, intorno alle dieci, per cui il furto può essere avvenuto nella notte di ferragosto o anche nella precedente. “Avevo comprato a mie spese cinquanta euro di catene per chiudere tutte le porte – dice la manager teatrale – ma è evidente che non è servito a nulla”.
I delinquenti hanno scardinato una porta laterale tirando via tutto con la forza di qualche piede di porco. Poi sono saliti dritti sugli uffici – come ogni volta – e si sono preso il video del computer e la stampante. Il personale ora sta monitorando gli ambienti per verificare se manca altro o se sono stati fatti danni alla struttura.
Dell'episodio sono stati avvisati subito il sindaco Marcello Risi e il vice, assessore alla Cultura a “padrino” del Teatro, Carlo Falangone. Inutile dire che dopo l'ultimo episodio, del tutto simile, si parlò a lungo di dotare l'edificio di un sistema d'allarme o, perlomeno, di una videosorveglianza a circuito chiuso ma le priorità dell'Amministrazione, evidentemente, sono state altre nonostante il costo dell'operazione possa essere contenuta in circa 5mila euro.
“E' una mortificazione – dice Civilla – e non si sa come affrontare questa situazione perché pare che a compiere i furti sia sempre la stessa persona che conosce a memoria abitudini e percorso”.
Il cinque agosto è stata bandita la nuova evidenza pubblica per la gestione del gioiello d'inizio Novecento e non si sa, ovviamente, chi sarà a gestirlo ma il dispiacere della Civilla parla chiaro: il teatro è indifeso e sguarnito, oltre che alla mercé di possibili vandalismi.