NARDO' - Le allarmanti notizie che si sono diffuse durante la tarda serata di domenica non trovano, per fortuna, conferma: sono stabili le condizioni di salute della 19enne di Aradeo (ma nata a Nardò) coinvolta in un incidente stradale che l'ha fatta sbalzare dal sellino della Vespa guidata da un 21enne di Nardò.
La ragazza è ricoverata in Ortopedia a Lecce e dovrà essere curata per ridurre la frattura scomposta di tibia e perone.
Ma infuriano le polemiche sui ritardi nei soccorsi: venti minuti per far arrivare una ambulanza senza il medico a bordo ed altri dieci per una “medicalizzata”.
Nel frattempo alcuni dottori di Nardò, che si trovavano lì di passaggio, sono intervenuti per fermare una copiosa emorragia a causa di una vasta ferita all'interno della coscia destra. Si tratta di Claudio Filograna, Andrea Tronci e Sandro Rizzo.
E se loro non fossero intervenuti così decisamente e velocemente?
Più chiara anche la dinamica di quanto è accaduto domenica sera in via Pietro Micca, a pochi metri dalla pineta di Santa Caterina. A causare tutto sarebbe stata l'imprudente apertura dello sportello di una Renault Scenic da parte di un uomo di Nardò del 1941, che aveva appena parcheggiato sul lato destro della salita insieme con la moglie.
La portiera è stata letteralmente agganciata dai ragazzi di passaggio mentre il “fascione” di protezione della portiera stessa ha funzionato come una lama: si è conficcato nella gamba della ragazza e l'ha lacerata. La giovane è stata trasportata a Lecce con codice rosso per frattura scomposta di tibia e perone e una grossa emorragia all'interno coscia.
Sotto accusa sono i soccorsi: la prima autoambulanza proveniente da Nardò è arrivata dopo venti minuti e ce sono voluti altri dieci perché ne arrivasse un'altra da Gallipoli con un medico a bordo e meglio attrezzata per intervenire su un caso così grave.
Sul posto gli agenti della polizia muncipale di Nardò che hanno effettuato tutti i rilievi del caso e tenuto a bada un traffico impetuoso, erano le 19 circa, e tanti curiosi richiamati dalle sirene dei mezzi di soccorso. Poi anche una pattuglia dei carabinieri della stazione neritina.