NARDO' - E’ del 25.10.2012 l’ennesima, scarna direttiva, a firma del Direttore Sanitario dell’ASL di Lecce, dr Ottavio Narracci, con l’infausta prognosi, quoad vitam, sull’Ospedale S. Giuseppe-Sambiasi di Nardò (v. allegato).
Dopo la sospensione dei ricoveri e il trasferimento dei reparti residui (UU.OO. di Medicina e Geriatria) negli ospedali di Copertino e Galatina, siamo giunti all’ultimo atto. La Direzione Sanitaria di Lecce ha deciso la definitiva trasformazione del Servizio di Pronto Soccorso Ospedaliero in Punto di Primo Intervento Territoriale (PPIT), estinguendo, di fatto e definitivamente, la possibilità di effettuare una utile ed efficace medicina di urgenza-emergenza a Nardò.
Tale PPIT, in attesa di passare sotto la gestione diretta del Servizio Emergenza Urgenza Territoriale 118 (SEUS 118), continuerà, provvisoriamente, ad essere “presidiato … dal personale medico dipendente già in servizio presso il P.S. di Nardò” e da un personale infermieristico che garantirà la presenza di un solo infermiere in turno h/24, con l’integrazione di un altro infermiere disponibile in turno h/24, da utilizzarsi “per i trasporti secondari” e di un autista di ambulanza anch’esso in turno h/24.
La direttiva di cui sopra aggiunge e specifica che il residuale Servizio di Lungodegenza è da intendersi come servizio di post-acuzie e cioè solo come un servizio di medicina territoriale, all’interno del quale non possono essere curati pazienti con patologie acute, ma dove, più precisamente, “i pazienti ricoverabili non devono presentare livelli di instabilità clinica tali da necessitare di strutture intensive”. In altre parole, a nostro avviso, tale struttura non potrà ospitare nemmeno i post-acuti, che per definizione sono quei pazienti che, pur avendo superato la criticità della fase acuta non sono ancora guariti dalla malattia ovvero non hanno raggiunto una fase di stabilizzazione della stessa (“stato di cronicità”) in quanto presentano ancora livelli variabili di instabilità clinica.
La conseguente domanda nasce spontanea: ma a quale tipologia di paziente, dunque, è destinata la cosiddetta Lungodegenza di Nardò? Non sarà forse che dovendo soltanto prendere in cura pazienti senza livelli di instabilità clinica essa, invece, sia destinata a ospitare pazienti stabilizzati e quindi con sole patologie croniche e quindi non autosufficienti, magari con impossibilità di essere assistiti a domicilio?
Se così fosse più che una Lungodegenza post-acuzie la struttura prevista per Nardò sarebbe da interpretare solo come una RSA e cioè come una struttura residenziale per l’assistenza di soggetti, anziani e non, non autosufficienti, stabilizzati e non assistibili a domicilio. E tutti gli altri?
In buona sostanza sembrerebbe prospettarsi la trasformazione dello storico Ospedale S.Giuseppe-Sambiasi di Nardò, in una Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA), come una di quelle già esistenti a Copertino, Lecce, Casarano, con annesso Poliambulatorio poli-specialistico rinveniente, essenzialmente, dal trasferimento di quello già esistente in Piazza della Croce Rossa, nella zona 167.
Tutto ciò si verifica mentre altri Ospedali, inizialmente destinati a chiudere, sono salvati dalla chiusura e rimangono attivi (v. Terlizzi, Lucera, Manfredonia, etc) e mentre il sindaco di Nardò, avv. Marcello Risi, annuncia, ad una sparuta rappresentanza di cittadini, l’imminente apertura delle sale operatorie (ma forse è solo una, nda) dell’ospedale neretino per eseguire piccoli interventi chirurgici di Day service, “in esclusiva” per una larga porzione di territorio salentino. E’ come pensare di sfamare con una caramella chi sta per morire di fame!
Orbene, tutto ciò avviene, per l’ennesima volta, a discapito della salute della popolazione più numerosa della provincia che ha solo l’unico, grande torto di essersi fatta rappresentare, negli ultimi anni, da una classe politica e di amministratori pubblici - regionali, provinciali, ma soprattutto comunali – incapace, anche semplicemente di battersi per garantire, se non il potenziamento, almeno la conservazione dei reparti di base dell’Ospedale S.Giuseppe-Sambiasi, struttura preziosa e insostituibile per assicurare la salute dei neretini e non.
Roberto Filograna
(Pres. Comitato Salute Civica “Spes Civium”-Nardò)