NARDO' - Una lettera del segretario di Usz-Cisl, Fernando Fiorito.
La CISL di Nardò ha già espresso il suo aperto dissenso circa la opportunità di sottoscrivere qualsiasi Protocollo d’intesa che veda coinvolto il Sindaco di Nardò e l’intero Consiglio Comunale sulla destinazione della struttura ospedaliera e sui servizi che dovesse ospitare quanto rimane della stessa.
E’ ancora oggi dell’avviso che il Governatore della Puglia, la sua Giunta, il suo Consiglio Regionale e lo stesso Direttore Generale dell’ASL, NON DEVONO OFFRIRE NIENTE A NESSUNO – devono solo assumersi le responsabilità delle decisioni assunte e rispettare il diritto ai Servizi Sanitari essenziali dei cittadini di Nardò.
Dovere del Sindaco è rivendicare il rispetto di quei diritti in tutti i modi previsti dalla legge.
Dovere del Sindaco è anche quello di informare in modo ampio ed esauriente l’intera Città sui suoi diritti di tutela alla salute e su quello che la sua Giunta ed il Consiglio Comunale hanno fatto ed intendono fare per la difesa di tali diritti.
Se esiste un Piano di Riordino il Direttore Generale ASL lo deve applicare assumendosi tutte le responsabilità conseguenti.
La CISL chiede al Sindaco di andare in piazza per informare direttamente l’intera Città su quanto accaduto e su quanto si va perpetrando ai danni della stessa, una informazione ampia anche attraverso conferenze e dibattiti pubblici perché le responsabilità possano emergere in modo chiaro ed inequivocabile.
La stessa Organizzazione Sindacale, oggi non esprime giudizi di merito sulle “proposte” che pare siano pervenute al Sindaco di Nardò, perché nessuno, dentro o fuori le Istituzioni, ha sentito finora il dovere di una informazione puntuale e corretta alla Città, molto probabilmente per la paura di una resa di conti nella prossima consultazione elettorale. L’Ospedale è stato chiuso, è stato il trionfo della politica più becera, il Comune più grande della Provincia è stato umiliato nel silenzio assoluto di tutte le Dirigenze politiche preoccupate solo di non lasciare a Movimenti spontanei la paternità della contestazione e di una lotta impari.
Pertanto lasciamo di buon grado questa indagine, peraltro non molto impegnativa, ai nostri concittadini, con la speranza che si ricordino dei risultati della loro ricerca, allorquando verranno chiamati a concedere il loro voto e, quindi, la loro fiducia più volta tradita ai futuri candidati al governo locale e nazionale.
Nessuno, certamente, può negare che tra le ultime umiliazioni ed i tanti soprusi perpetrati ai danni della nostra Città, il più cocente è stato sicuramente la chiusura definitiva dell’Ospedale cittadino, la cui struttura, per ironia della sorte ampliata di recente, appare sempre più un monumento all’insipienza, all’improvvisazione e all’autentica follia dei nostri molti amministratori insensibili, indifferenti e ci verrebbe voglia di dire irridenti ai bisogni più elementari e fondamentali dei cittadini più deboli, che ovviamente non possono permettersi il lusso di scegliere l’Ospedale o la Clinica dove farsi curare prima e meglio.
Ebbene, come se i torti subiti in un passato lontano e recente non fossero sufficienti, quegli stessi cittadini, il cui mancato, diretto, doveroso coinvolgimento in decisioni e provvedimenti che li riguardavano molto da vicino, è stato rimproverato più volte in tempi recenti dalla Cisl ai responsabili dell’Amministrazione regionale, provinciale e comunale, ebbene quegli stessi cittadini vengono oggi, ancora una volta, esclusi dall’analisi dei problemi e dalle decisioni che verranno prese sulla loro pelle.
Si parla, infatti, di un possibile Protocollo d’intesa che dovrebbe vedere tra i protagonisti il Sindaco di Nardò e l’intero Consiglio Comunale, chiamati a pronunciarsi sulla nuova destinazione della vecchia struttura ospedaliera e sui servizi che la stessa potrebbe e dovrebbe garantire. Certo è che anche questo non rientra tra le priorità di questa Amministrazione che continua a tacere, non comunica, non informa, non discute, impedisce ogni forma di partecipazione come se il diritto alla tutela della salute fosse di loro sola esclusiva competenza.
Ovviamente la CISL di Nardò, fedele ai suoi principi di cittadinanza attiva e di alta, autentica democrazia partecipata, ha già espresso il suo aperto dissenso riguardo a questi giochi di potere, a questi squallidi compromessi, a questi indecorosi tentativi di riconquistare a basso costo una stima ed una fiducia dilapidate con provvedimenti scriteriati ed arbitrari assunti da un Consiglio Regionale forte solo del sostegno della sua maggioranza.
Val la pena rilevare, per quanto ci riguarda, che il decisionismo alla stessa stregua del silenzio in questo campo può configurare vere e proprie violazioni di diritti dei cittadini per tutti i doveri legati alle responsabilità istituzionali, che impongono di tutelare e garantire il sacrosanto diritto degli stessi ai Servizi Sanitari essenziali.
Davanti a tanta deplorevole confusione di diritti, di doveri, di funzioni e di ruoli, di responsabilità vere e presunte, la CISL è convinta che il Sindaco abbia il dovere di fare al più presto chiarezza, indicando con la dovuta onestà intellettuale e morale che sono in molti a riconoscergli,quanti, Partiti compresi, hanno approvato, sia pure con il loro colpevole silenzio, un Piano di riordino ospedaliero tra i più scriteriati e drammatici della nostra storia cittadina.
Lo stesso invito alla chiarezza e alla trasparenza, a giudizio della stessa Organizzazione, andrebbe rivolto a tutti i Partiti ed in particolare al SEL, che più di altri, forse, potrebbe esporre nel modo più semplice, più ampio ed accessibile ai comuni mortali, perché non tutti hanno un PC ed un collegamento ad Internet, l‘idea ed il progetto alla base del Piano di Riordino per la tutela della salute pubblica, aprendo un confronto diretto e leale con la gente, che ha il sacrosanto diritto di conoscere i principi cui lo stesso è ispirato e che, a dispetto di ogni elementare criterio di razionalità, equità e giustizia sociale, di fatto ha privato del suo storico ospedale il nostro Comune che vanta una popolazione inferiore solo a quella del capoluogo.
Il futuro della sanità, purtroppo, secondo la CISL di Nardò, si colorerà di tinte sempre più fosche, perchè caratterizzato dalla crescente presenza di strutture private, dai costi sempre più elevati, che imporranno ai cittadini polizze di assicurazione sanitaria, senza le quali il diritto alla salute sarà riservato solo a pochi privilegiati, o se si preferisce a pochi eletti.
Come si può porre un argine a questo fiume di immoralità, di soppressione di diritti, di tassazioni inique per sanare bilanci saccheggiati, di disoccupazione crescente e di criminalità dilagante, deve costituire la priorità in assoluto di una gestione dignitosa della cosa pubblica.
Dobbiamo riuscire a trasformare la rassegnazione dei cittadini in un protesta forte, civile e democratica, dobbiamo convincere tutti che la partecipazione e la politica non possiamo lasciarle nelle mani di quanti ci hanno finora governati, curando esclusivamente i loro interessi, ma dobbiamo conquistarle giorno dopo giorno con tutte le energie delle quali ognuno può disporre.
Le istituzioni locali, l’Amministrazione in carica, faccia una profonda riflessione, riveda i suoi programmi e le sue priorità e progetti un futuro investendo risorse anche consistenti in direzione della tutela del diritto alla salute di ogni cittadino, riservandosi ampi spazi d’intervento e di controllo perché qualche tentativo finora fatto (Farmacia Comunale) non ci pare abbia sortito gli effetti sperati.