NARDO' - Partiamo dal voto del Bilancio, molto sofferto, per iniziare un ciclo di "radiografie" all'Amministrazione Risi che ha ormai ampiamente passato il periodo di rodaggio e non ha certo bisogno di sponde amichevoli o abbuoni del pedaggio. Ora deve dimostrare di essere in grado di camminare e portare la città a distinguersi nel grigiore generale. La stabilità serve a questo altrimenti sono solo parole. Incominciamo con un esame dello stato di salute della maggioranza stessa.
In una serata “de paura” l'Amministrazione supera lo scoglio del bilancio consuntivo 2012 col motore al minimo: dodici consiglieri sono quelli essenziali per andare avanti e rappresentano una garanzia per il sindaco Marcello Risi, anche quelli tornati da un lungo viaggio ed arrivati all'ultimo minuto. Se non fosse stato per questo “zoccolo duro” la carriera di un politico promettente, come il primo cittadino, sarebbe già finita anche se qualcuno sostiene che una “manina” di soccorso sarebbe comunque arrivata dall'opposizione.
In ogni caso le prove non ci sono: Risi accusa il colpo tanto che ora dovrà, necessariamente, mentenere fede a quanto ha affermato proprio in Consiglio comunale e cioè revisionare profondamente gli assetti di maggioranza e giunta. Come? Innanzitutto prendendo atto, una volta per tutte, che il relitto dell'Udc sta rischiando di portargli a fondo l'intera flotta. Non solo per i tre tranfughi confluiti in Impegno Civile (Antonazzo, Personè e Calabrese) ma anche per l'unico consigliere Udc rimasto in maggioranza, Pierpaolo Losavio, ma assente dal Consiglio di lunedì sia pur per motivi di lavoro. La responsabilità di quel che è rimasto della squadra costruita dal segretario Totò Ruggeri è enorme: Losavio (o, in astratto, un consigliere dell'Udc) sarebbe potuto essere determinante e rendere giustificato, agli occhi degli altri colleghi, il sacrificio dell'intera maggioranza. Un solo consigliere infatti, proprio Losavio, sostiene due assessori con deleghe pesantissime e cioè Flavio Maglio e Giancarlo Marinaci. Che Risi ha mantenuto in piedi e vitali fino ad ora tenendo fede ad una solidissima stretta di mano con lo stesso Ruggeri. Ma ora l'Amministrazione Risi, se continuerà a sentirsi “figlia” prediletta di quell'Udc che non c'è più, farà la fine dei mitologici figli di Kronos: divorata dal padre.
Le alternative, del resto, ci sono: corteggiare frange della minoranza sensibili ad un discorso concreto di integrazione (Noi X Nardò su tutte) e/o trovare un accordo stringente e vincolante con quanti da questa maggioranza si sono allontanati e cioè i tre (ma anche due) di Impegno Civile oppure Mariella De Trane di Partecipa.
Chi rischia? Da un rimpasto potrebbe essere ingoiato Marinaci perché Maglio appare nevralgico nelle strategie complessive dell'Amministrazione. Le deleghe di quest'ultimo potrebbero essere messe in discussione ma solo in caso di qualche passo falso come la mancata riconquista, ad esempio, delle cinque vele di Legambiente che mancano sin dal 2010. Una riconferma da parte della sigla ambientalista rappresenterebbe una sorta di "patente" del buon (o cattivo) lavoro svolto.
Da valutare anche la posizione di Vincenzo Renna, assessore di Sel. E poi c'è sempre in ballo il discorso della “staffetta” tra IoSud e Nardò Insieme: Giuseppe Fracella dovrebbe lasciare il passo, a dicembre, ad una donna, secondo accordi interni stretti in campagna elettorale.
Certo è che il tempo è scaduto. Lo stesso sindaco l'ha ammesso e qualcuno, come Sergio Vaglio (Nardò Insieme) gliel'ha fatto notare: “a votare gli atti importanti sono solo e sempre pochi di noi”. Vaglio si è soffermato sul “salvataggio” in extremis dell'Amministrazione e anche della carriera politica di un sindaco, alla fin fine, promettente. Se non fosse stato per lo “zoccolo duro” di dodici consiglieri, quelli su quali Risi può fare completo affidamento, la sua esperienza sarebbe già naufragata ed è chiaro che ora i “suoi” vogliono un consolidamento del blocco perché in questo modo è estremamente pericoloso navigare a vista.