NARDO' - Tornano le convenzioni con professionisti esterni – e parecchie – per completare gli iter sospesi che riguardano il Piano delle coste e il Piano del parco.
Pareva un punto fermo dell’attuale Amministrazione quello di non disperdere risorse al di fuori degli uffici, ma ora la necessità di definire queste progettazioni urbanistiche rende impellente la chiamata di alcuni tecnici: saranno quattro a doversi occupare delle prescrizioni necessarie per adeguare il Piano delle coste al Piano paesaggistico territoriale della Puglia e tre per i ritocchi al Piano per Portoselvaggio.
La prima battaglia pare quella più complicata da affrontare visto che il nuovo Pptr rende praticamente inutile qualsiasi previsione comunale in prossimità di aree classificate come boschi. A 150 metri da queste non è praticamente possibile prevedere alcun insediamento, nemmeno una piattaforma amovibile sugli scogli.
Ciò significa che Nardò può dire addio a gran parte delle previsioni di lidi attrezzati nella zona che va da Santa Maria al Bagno a Santa Caterina e anche nell’area parco corrispondente a Torre Inserraglio. Sarebbe un duro colpo per i sogni di gloria di tanti imprenditori che hanno già presentato progetti e “messo un piede” per prenotare questo o quel tratto di scogliera. Intanto il Comune di Nardò ha tentato di correre ai ripari ma la “pezza” è apparsa agli osservatori esterni estremamente inadeguata.
Il 23 ottobre, infatti, una nota di dieci righe a firma dell’assessore Flavio Ma glio e del dirigente Piero Formoso all’ufficio del Demanio Marittimo della Regione Puglia serve proprio a chiedere l’ammissibilità di realizzazione di attrezzature balneari facilmente amovibili. In pratica Nardò chiede una modifica dell’articolo 46 del Pptr che, però, comporterebbe il risultato di cambiare la norma per qualsiasi porzione del territorio dell’intera regione quando – secondo la minoranza – sarebbe stato più opportuno formulare osservazioni dettagliate su porzioni del territorio ed entrando nel merito di ogni singola richiesta.
Così, dunque, c'è il rischio che la Regione si trovi con le mani legate perché cambiando la norma per Nardò la cambierebbe per l’intera Puglia snaturando il senso complessivo del Pptr.