NARDO'/GALATONE/GALLIPOLI - La nave non arriverà più ma la discarica rimane attiva. E senza vincoli territoriali. Nel corso della commissione consiliare di ieri pomeriggio, dopo le anticipazioni dell'assessore all'Ambiente di Nardò, Flavio Maglio, e dell'Amministrazione comunale di Galatone, è arrivata una ulteriore conferma da Giuseppe Calò della Rei srl: "alla Capitaneria di porto di Gallipoli abbiamo chiesto una semplice richiesta di informazioni per un eventuale trasporto di rifiuti via nave. La trattativa con i responsabili della bonifica sul territorio siciliano, però, si arenata quasi subito per insormontabili difficoltà tecnico-logistiche".
Ecco l'intervento di Giuseppe Calò (Rei srl):
"La vicenda del fantomatico carico di amianto in viaggio via nave alla volta del Salento è scaturita da una ridda di voci e di notizie riportate, senza effettuare alcuna verifica, dalla maggior parte degli organi di informazione. Quanto è accaduto ben illustra la leggerezza e la superficialità con cui giornali, televisioni e quotidiani online gestiscono le notizie, spesso senza fare alcun controllo sull'attendibilità delle fonti.
La nuda e cruda verità è che la ditta REI S.r.l., titolare di una discarica autorizzata allo smaltimento di rifiuti da costruzione contenenti amianto, ha depositato presso la competente Capitaneria di Porto una semplice richiesta di informazioni atta a conoscere le procedure autorizzative per un eventuale trasporto di rifiuti via nave e necessaria a espletare delle valutazioni tecnico-economiche circa la possibilità di ricevere del materiale derivante da una bonifica ambientale in corso sul territorio siciliano. La notizia, trapelata attraverso ignoti canali, è stata completamente distorta e ingigantita prima di approdare sugli organi di informazione, che hanno parlato di una o più navi che erano già in viaggio e stavano per approdare a Gallipoli e di quantitativi di rifiuti tanto enormi quanto completamente inventati. Infatti, i quantitativi reali, pari a circa un quinto di quelli riportati dagli organi di informazione, non erano indicati nell'istanza depositata in Capitaneria proprio perché non c'era ancora nulla di definito. Pertanto, chi ha provveduto a diffondere la notizia, ha pensato bene di inventarseli di sana pianta, ovviamente sparando cifre a molti zeri, visto che l'intento era solo quello di fare molto rumore e di provocare allarme e panico tra i cittadini e le istituzioni.
Per accertarsi come stavano realmente le cose ed evitare ingiustificati allarmismi, squallide speculazioni politiche e imbarazzanti falsi scoop giornalistici, sarebbe bastato effettuare una telefonata ai soggetti interessati per avere i necessari chiarimenti. Tuttavia, nessuno ha fatto quella telefonata e il risultato è stato una valanga di disinformazione e procurato allarme. Di fatto, la trattativa si è arenata quasi subito per le insormontabili difficoltà tecnico-logistiche legate alla necessità di scaricare la nave e di depositare in discarica in tempi rapidissimi i rifiuti che essa avrebbe trasportato. Pertanto, come si dice in questi casi, "molto rumore per nulla". Tuttavia, alla luce di quanto è successo, risulta assolutamente necessario fornire un quadro informativo basato su dati certi ed incontrovertibili, utili a comprendere qual'è la situazione reale, in contrapposizione agli scenari catastrofici paventati negli ultimi giorni.
A tal fine, si premette che la REI S.r.l. non si è mai nascosta e opera con la massima trasparenza e nel pieno rispetto delle leggi, garantendo al territorio un importante servizio di pubblica utilità, qual'è quello dello smaltimento in sicurezza dei materiali da costruzione contenenti amianto.
Gestiamo la discarica monomateriale per rifiuti contenenti amianto già da tre anni e, fino ad oggi, in molti non si sono accorti di nulla, ignorando persino la nostra esistenza e tutto ciò perché operiamo in condizioni di massima sicurezza. Inoltre, detta discarica ha comportato dei cospicui investimenti, essendo stata realizzata con criteri costruttivi moderni e con caratteristiche rigorosamente aderenti alle prescrizioni della normativa tecnica vigente.
Per rispettare il piano-economico finanziario approvato e quello di ammortamento degli oneri di investimento, l'attuale discarica, che dispone di una volumetria utile autorizzata per lo smaltimento di rifiuti contenenti amianto pari a 78.000 mc, dovrebbe ricevere annualmente circa 15.000 ton di detti rifiuti, dando la priorità a quelli provenienti dalla bonifica di siti ubicati in provincia di Lecce e nella restante regione Puglia.
In base ai dati riportati nel Piano Regionale Amianto, adottato con D.G.R. n. 3064 del 27/12/2012, si stima l'esistenza, sull'intero territorio regionale, di circa 1.750.000 me di manufatti contenenti amianto, di cui 350.000 me nella sola provincia di Lecce. Passando dai me alle tonnellate, significa che, nella sola provincia di Lecce esistono ben 700.000 ton di manufatti contenenti amianto da rimuovere, mettere in sicurezza e smaltire. Se si considerano tali dati, appare chiaro che la discarica della REI S.r.l. non è sufficiente a soddisfare il fabbisogno di smaltimento di amianto della stessa provincia. Insomma, in teoria la REI S.r.l. dovrebbe essere subissata di richieste di smaltimento, ma la realtà, purtroppo, è ben diversa. I conferimenti di materiali contenenti amianto provenienti dalle varie province pugliesi, pervenuti nei tre anni di attività della discarica della REI S.r.l.. sono i seguenti:
2011 —> 3.677 ton (di cui solo.698 dalla provincia di Lecce)
2012 —> 4.642 ton (di cui solo 1.538 dalla provincia di Lecce)
2013 —> 3.522 ton (di cui solo 1.557 dalla provincia di Lecce)
Di fatto i quantitativi maggiori di rifiuti contenenti amianto giungono dalla provincia di Bari (circa 5.000 ton in tre anni), mentre è interessante notare che i quantitativi finora giunti dalla provincia di Taranto sono pressoché ridicoli (circa 50 tonnellate in tre anni), mentre dalla provincia di Foggia non è pervenuto neanche un chilogrammo di rifiuti, questo perché le ditte che operano in quella zona trovano molto conveniente conferire i manufatti contenenti amianto nella regione Abruzzo, ove a tali rifiuti si applica un'ecotassa di importo quattro volte inferiore a quello deciso dalla Regione Puglia.
In pratica, se l'impianto della REI S.r.l. dovesse mantenersi sulla base dei flussi di rifiuti attualmente garantiti dalle province pugliesi, il bilancio sarebbe fallimentare e la discarica dovrebbe chiudere. Ecco perché la REI S.r.l. non può ma DEVE accettare anche i rifiuti provenienti dalle regioni limitrofe, fermo restando che, oltre una certa distanza l'incidenza dei costi di trasporto diviene troppo elevata, rendendo i conferimenti eccessivamente onerosi. Eppure, annualmente, sia la Regione Puglia che la Provincia di Lecce (cosi come le altre amministrazioni provinciali pugliesi) stanziano e spendono milioni di euro per interventi di bonifica di siti contaminati. Ad esempio, nel solo 2012, la Regione Puglia ha erogato finanziamenti per 1.870.000 euro esclusivamente per interventi di rimozione e smaltimento di rifiuti contenenti amianto, a cui si aggiungono ulteriori 2,5 milioni di euro stanziati per bonifiche di altri siti interessati da scarichi abusivi di rifiuti misti, in parte costituiti anche da amianto. Inoltre, nell'ultimo triennio, la sola Provincia di Lecce ha erogato 1,5 milioni di euro per interventi di bonifica di siti contaminati da amianto, più ulteriori 450.000 euro per interventi di bonifica di siti contaminati da rifiuti vari, anche contenenti amianto.
E' interessante notare come nei progetti di bonifica che vanno in gara vengano immancabilmente e sistematicamente computati costi di smaltimento per grandi quantitativi di materiali contenenti amianto. Eppure, i quantitativi di detti materiali che vengono conferiti annualmente alla REI S.r.l. e che provengono da bonifiche effettuate su territorio pugliese sono a dir poco ridicoli. Visto e considerato che la discarica della REI S.r.l. è l'unica autorizzata allo smaltimento dell'amianto attualmente esistente sul territorio regionale, questa semplice considerazione dovrebbe far riflettere e far sorgere delle domande tanto legittime quanto inquietanti, ovvero:
- che fine fa tutto questo amianto per la cui rimozione le pubbliche Amministrazioni stanziano annualmente milioni di euro?
- chi controlla in che modo vengono effettuati gli interventi di bonifica e, soprattutto, che fine fanno i rifiuti che vengono rimossi dai siti contaminati?
- come mai quando vengono fatte le richieste di finanziamento i quantitativi di amianto e di rifiuti inerti da smaltire sono elevati, mentre nelle fasi di bonifica, l'amianto si riduce a piccole quantità, mentre gli inerti diventano quasi tutti idonei al recupero?
Il detto dice che "a pensare male si commette peccato, ma molto spesso ci si azzecca".
A conforto di ciò, si fa presente che l'impianto della REI S.r.l. è nato come discarica per inerti, autorizzata ed in esercizio fin dal lontano 2001, eppure dopo oltre un decennio di attività di gestione è ancora mezza vuota, se si considera che sono state conferite in tutto poco più di 35.000 ton di rifiuti inerti (con una media di appena 2.000 ton/anno). Eppure, le campagne della provincia di Lecce sono da sempre piene di cumuli di rifiuti inerti, abbandonati in ogni dove, in barba ai milioni che le Pubbliche Amministrazioni spendono annualmente per gli interventi di ripristino ambientale.
Alla fine dei conti, quando, nel corso delle polemiche susseguenti al falso scoop della nave carica di amianto, qualcuno si è agitato e ha cominciato a chiedere maggiore vigilanza e controllo, la REI S.r.l. non si è minimamente scomposta e ciò per due precisi motivi:
1. questa società non ha nulla da nascondere, poiché opera con la massima trasparenza, entro i limiti della propria autorizzazione e nel rigoroso rispetto delle nonne vigenti;
2. operando in regime di Autorizzazione Integrata Ambientale, questa società è già soggetta (oltre che abituata) a controlli continui da parte di Provincia, ARPA e ASL, che conoscono benissimo la serietà e la correttezza dell'azienda. Ben vengano quindi i controlli, ma non solo sull'impianto che rappresenta la destinazione finale dei rifiuti, bensì anche e soprattutto sui lavori di bonifica, per verificare che l'amianto sia rimosso realmente dalle nostre campagne e non semplicemente spostato da una parte all'altra.
La serietà della nostra azienda non si misura solamente con i comportamenti rispettosi delle disposizioni di legge che vengono attuati nella gestione quotidiana della discarica, ma anche attraverso le numerose iniziative di cui essa si rende promotrice, ivi comprese:
- il costante impegno a contenere i costi di smaltimento a carico dell'utenza, che, nell'ultimo triennio, ha consentito di ridirne del 40% gli oneri per l'esecuzione degli interventi di bonifica dell'amianto; 0 le convenzioni a tariffe agevolate proposte ed applicate alle Amministrazioni Comunali che hanno avviato progetti per la bonifica dall'amianto del proprio territorio;
- gli investimenti nell'attività di ricerca scientifica per la definizione e la messa a punto di soluzioni tecnologiche innovative per il trattamento dell'amianto.
Con riferimento all'ultimo punto, colgo l'occasione per annunciare che la REI S.r.l. ha recentemente costituito una società con ricercatori dell'Università di Bologna, per la progettazione e realizzazione di un piccolo impianto sperimentale per il trattamento dell'amianto. L'impianto in questione, che dovrà testare una nuova tecnologia ideata e brevettata da ricercatori dell'Università di Bologna e basata su processi di dissociazione molecolare in grado di annullare la pericolosità dell'amianto nei confronti dell'ambiente e della salute umana, verrà a breve proposta all'attenzione delle autorità competenti per definirne l'iter istruttorio.
Si spera che, in quell'occasione, non si diffondano notizie false ed incontrollate al pari di quanto accaduto recentemente,, giacché l'iniziativa in questione rappresenta una straordinaria opportunità per sviluppare e testare una soluzione alternativa alle tante odiate discariche. Inoltre, l'attività dell'impianto, che sarà sottoposta al controllo costante del personale universitario, avrà in tutto e per tutto i connotati della ricerca scientifica. Le aspettative sono eccellenti e, se i risultati della sperimentazione saranno positivi come ci si aspetta, esiste la concreta possibilità di dire addio, nel giro di pochi anni, alle discariche per l'amianto.