NARDO' - Quando una autoreggente fa scandalo, in un Paese impregnato di immoralità e corruttele.
La dr.ssa ha pensato bene di scrivere quell’avviso per velocizzare le visite e renderle più scorrevoli. Invece in questo paese, ormai in preda al delirio e all’eccitazione erotica, si infuocano cattive considerazioni e si grida all’immoralità, come se fossimo nel lontano medioevo.
Ci si lascia andare a truculente e malevoli pettegolezzi senza sapere davvero cosa è realmente accaduto e perché. Non se ne può davvero più di pennivendoli che guidano false rivolte, facendo finta di stare dalla parte della gente.
È vero la sanità è quello che è, nessuno ha voglia di mettere pezze, ma quando non c’è da strillare a corruzione e disonestà, quando non c’è da sbraitare di appalti falsi e dirigenti manipolati dall’alto, perché dare addosso ad un medico che ha voluto redigere un cartello?
Magari quella dottoressa si sarà spinta oltre, affermando e specificando di non indossare “le autoreggenti” al posto dei pantaloni. Ma cosa si deve fare per rimanere persone normali? Come ci si deve comportare in un servizio sanitario per compiacere, soddisfare le esigenze dell’utenza, e non incorrere in sanzioni disciplinari o peggio, essere messo alla gogna e alla berlina da tutti?
Non è la semplice difesa d’ufficio di un operatore sanitario, verso un altro operatore. Non ha bisogno la dottoressa in questione di essere messa a protezione dal sottoscritto. Dico invece che siamo all’irrazionale: tutto ciò che viene da un ufficio pubblico, da un impiegato o lavoratore diviene indecente ed ignobile. In questo caso poi è divenuto immorale, con esposizione a considerazioni di carattere erotico- lussurioso.
Tutto questo avviene in un paese dove amministratori pubblici e politici mettono in libro paga prostitute ed escort;
dove le segretarie dei politici stipulano , con quest’ultimi, contratti scritti per “andare a letto” 4 volte al mese; dove i cardinali coprono sistematicamente i loro parroci per essere dei pedofili incalliti;
dove un capo di governo è stato condannato per sfruttamento della prostituzione e per aver fatto prostituire una minorenne.
E poi, un cartello affisso in un ambulatorio suscita reazioni scomposte e furenti? Come diceva il compianto Totò: “Ma fatemi il piacere”.
Maurizio Maccagnano
Esecutivo Prov.Le COBAS Pubblico Impiego