NARDO' - E c'è anche una denuncia. Il fatto di cui vi raccontiamo è successo in via Verdi.
Da che mondo è mondo e da che politica è politica, la rivalità tra sinistra e destra c’è sempre stata, se però la prima ha sempre cercato un dialogo per risolvere i problemi dell’opposizione, l’estremismo della seconda ha troppo spesso cercato di eliminare i nemici piuttosto che affrontarli. Si pensi ad esempio a Matteotti: contestate le “elezioni” fasciste di Mussolini, venne ritrovato morto in un bosco; o anche al movimento della Rosa Bianca in Germania: un gruppo di studenti che, dopo un anno di proteste contro il nazismo, venne arrestato, torturato e condannato a morte.
Ma fortunatamente omicidi politici di questa portata esistevano solo all’epoca dei regimi totalitari: la società si è evoluta da allora, l’istruzione e la storia hanno creato nella maggior parte delle persone una repulsione verso la violenza e l’intolleranza di tal genere. Non si può dire però che l’estrema destra non esisti più: per quanto sia anticostituzionale la restaurazione del fascismo in Italia, oggi abbiamo partiti e movimenti dichiaratamente fascisti che vivono e si formano nelle nostre città, e i modi di agire di questi sono diventati più “cattivi” che mai. A Nardò ad esempio si può osservare la loro immensa mente criminale quando, consapevoli dell’esistenza di una forte opposizione quale l’Unione degli Studenti, hanno avuto l’idea diabolica di tentare di zittirci bloccando la nostra sede con un catenaccio e mandando un messaggio intimidatorio di un elevato spessore linguistico e contenente tutti gli argomenti di dibattito del neo-nazista medio, ovvero:” voi non contate un cazzo, nazismo per sempre”.
A onor del vero bisogna dire che, in parte, l’illustre mente che ha escogitato tutto ciò ha ottenuto ciò che voleva. La riunione settimanale dell’UdS è stata ritardata di addirittura un’ora e mezza, non tanto per il tempo impiegato a rompere il catenaccio, ma per tutte le risate e le teorie complottiste emerse da questo gesto, si è arrivati a dare la colpa al fantasma di Hitler, ai rettiliani o addirittura ai massoni.
In conclusione, ringraziamo l’anonimo autore del gesto per averci regalato un’ora di risate, lo invitiamo comunque ad un dialogo molto più costruttivo su quelle che potrebbero essere le nostre divergenze, e ci mostriamo disponibili a chiarire la nostra politica sociale a chi, evidentemente, non l’apprezza e ne preferisce invece una basata sul ragionamento infantile del “dare la colpa agli altri” per tutti i problemi, siano essi l’opposizione o chiunque sia diverso.