NARDO' - "La storia si fa con i documenti".
Senza animosità preconcette vogliamo fare chiarezza sul delitto Fonte oppure preferiamo lasciare le cose come stanno? Lo chiedo a Maurizio Maccagnano e a tutti quelli che la pensano come lui. Per quel che mi riguarda ritengo che Nardò abbia tutto da guadagnare a dissipare le ombre e cancellare il trentennale clima di sospetto.
Ha ragione il Prof. Mario Mennonna quando dice, in sostanza, che la storia si fa con i documenti e che la sua essenza sarà sempre il risultato di ciò che lo storico avrà potuto elaborare. Le narrazioni del passato, le congetture, le illazioni sono altra cosa.
Quanto il 31 marzo 1984 è stata vilmente uccisa Renata Fonte era assessore alla Pubblica Istruzione; l'incarico in Giunta (assessore supplente) gli era stato affidato a partire dal 22 ottobre 1982, dimessasi il 1° settembre 1983 verrà nuovamente eletta – questa volta assessore effettivo il 12.12.1983.
Non risulta da nessun documento che si sia mai occupata di Porto Selvaggio e che abbia formalizzato alcunchè riguardo al parco; durante i 13 mesi di incarico come assessore è stato adottato soltanto il piano di lottizzazione "Torre Inserraglio" ma ad occuparsene è stato Giuseppe Zacà all'epoca Assessore all'Urbanistica.
Infine nel quinquennio 1975/1979 quando si sviluppò il movimento d'opposizione ai piani di lottizzazione di Porto Selvaggio Renata Fonte poteva parteciparvi solo spiritualmente visto che è rientrata a Nardò nel gennaio 1981. Spiace che per 30 anni si sia voluto contrabbandare nell'immaginario collettivo una versione che è servita solo a confondere le idee e insudiciare la città.
Ha ragione Luciano Tarricone che in un articolo sulla "Voce di Nardò" del marzo 2008 afferma: "Se nella battaglia per Porto Selvaggio esiste un nome di donna che fu parte attiva e determinante questo è quello della prof.ssa Cecilia Santoro Lezzi che lanciò l'allarme del richio lottizzazione dell'area di Porto Selvaggio, poi raccolto e fatto proprio dalle parti politiche e culturali più avanzate e attente della società neritina."
Dr. Giuliano Rizzo - Nardò