NARDÒ - Uno striscione sulle mura della scuola di via Acquaviva "Chi aveva (ed ha) paura dell'uomo nero?". Così la Comunità Militante Andare Oltre ricorda Sergio Ramelli.
Il 29 aprile ricorre infatti il 39esimo anniversario dalla tragica morte. Una fine violenta consumata per mano di un commando di studenti di medicina nella Milano degli anni '70 a colpi di chiave inglese sotto l'abitazione del giovane Ramelli.
Ebbene nel 39esimo anniversario Ao ha voluto, rifuggendo ogni nostalgismo o volontà di rinfocolare gli odi e le contrapposizioni, ricordare il giovane militante del Fronte della Gioventù milanese con un'espressione che ha dato tra l'altro il titolo ad una tragedia messa in scena dal Coro Drammatico Renato Condoleo in tutti i principali teatri italiani, "Chi ha paura dell'uomo nero?", per l'appunto.
"L'espressione ci è sembrata la più adatta a descrivere un periodo terribile della nostra storia nazionale in cui l'odio politico portava ragazzini ad ammazzarsi per strada e gioire della morte di un coetaneo impedendone perfino le esequie. Un periodo terribile in cui si praticava un forma di razzismo nei confronti di una parte dei nostri connazionali. Connazionali trattati come lebbrosi, esclusi da concorsi pubblici e penalizzati negli avanzamenti di carriera o semplicemente nei percorsi scolastici. Abbandonando sterili contrapposizione e superando ancora una volta gli steccati ideologici abbiamo proposto a più riprese, in segno di una pacificazione nazionale che ci auguriamo sia definitivamente ritrovata, di intitolare alcune vie della nostra Città allo stesso Sergio, a Walter Rossi (giovane militante comunista morto in circostanze speculari) e a Giorgiana Masi, militante radicale. Aldilà delle sortite di qualche cretino, in cerca di un minuto di notorietà che prova a rinfocolare l'odio per dare un senso alla sua esistenza, crediamo, infatti, che un'epoca sia definitivamente e fortunatamente chiusa. Dell'uomo nero possono avere paura solo i bambini e neanche tutti...
La sordità della politica davanti alle nostre proposte anche stavolta si è fatta "sentire" ma grazie ai nostri rappresentanti in Commissione Toponomastica tale iter prosegue con successo dopo 6 anni di vomitevole silenzio. Speriamo che siano sempre meno coloro che giudicano qualcuno per il colore della pelle, per le sue idee politiche, religiose o per il suo orientamento sessuale. Noi non abbiamo paura dell'uomo nero!"
Comunità Militante
Andare Oltre