Caro direttore, è vero che nel Medioevo quando un supremo magistrato di un Comune, o una massima autorità, un alto presule, decideva una cosa, tutti i sudditi erano obbligati (?) ad eseguire quei desideri?
Ovvero, perché Nardò è caduta così in basso?
Credo che non tutti i cittadini di un Comune hanno l’opportunità, né tanto meno la voglia, anche perché non glielo concederebbero, di celebrare il proprio genetliaco in una pubblica piazza. Con impiego di forze dell’ordine, chiusura di una strada, e possibilità di poter invitare tutta la cittadinanza.
Di solito un compleanno si festeggia in privato, anche se rivesti una carica amministrativa pubblica, se sei un ministro o un vescovo, in famiglia e con i propri cari. Anche perché queste cerimonie con sfarzo, festivaliere, erano tenute, durante il Medioevo, dai signori ed alti prelati con raduno di tutti i sudditi che assistevano. Erano cose che accadevano in tempi bui, dove comandava un solo podestà e aveva dominio e decisione su tutti gli altri sottomessi.
E invece, lo dico per i turisti che vengono da fuori regione e ci leggono, può accadere che in questo nostro Comune italiano un sindaco decreti, in modo solenne, di “officiare” in un piazzale pubblico il proprio natale. Con invito ai cittadini, e dono di panino e birra.
E qui non è tanto il festeggiare in sé che deprime le nostre menti sensibili ma è la vanità, nonché l’egocentrismo, di un sindaco che si autorizza da sé questa iniziativa, con baldorie e bagordi.
Banalità vorrebbe a questo punto che sorgesse spontanea una domanda, al primo cittadino Giuseppe Mellone e al sindaco Giuseppe Mellone che prontamente ha concesso la piazza:
Sindaco, se tutti i cittadini, ogni giorno, reclamassero di fare una festa, lei concederebbe facilmente a tutti piazze i vicoli? E poi, il 12 p.v. chi pagherà per questa festa?
Invece chiedo un’altra cosa, e rivolgo la domanda ai cittadini liberi e democratici, alle menti razionali e pensanti: perché Nardò è caduta così in basso?
Perché dobbiamo patire, oltre al caldo torrido di questi giorni, anche questo stravolgimento delle regole democratiche, in un paese dove da tempo si avverte una insufficienza spaventosa di democrazia?
Maurizio Maccagnano, sindacalista dissidente