NARDO’ SI SCUOTE, MA L’”AVENTINO” NON PORTA BENE
“Lingatere” nelle sezioni politiche ma ora sbarca Casapound. Politica centrifugata
Irresistibile la tentazione di dire qualcosa sul “menefrego” (a Di Maio in Tv è scappato di dire anche “menefotto”) di questo governo rispetto a quanto la Commissione Europea e l’Europa tutta si allarma rispetto alla tenuta dei conti italiani. E altro ancora dire quando si afferma che i “terroristi” stanno sempre in quell’Europa (Di Maio) da cui, nonostante le smentite, si vorrebbe scappare e tornare finalmente alla “cara lira” (il sottosegretario leghista Borghi), come anche dare dell’ubriacone al presidente della Commissione Europea (Salvini) con cui evidentemente, stante l’alterazione alcolica – afferma il Nostro - non si riuscirebbe nemmeno a scambiare quattro chiacchiere. No, non diremo nulla e nemmeno su questo benedetto reddito di cittadinanza, mal concepito, che già sta procurando confusione negli apparati. Si è abbondantemente annunciato, ma non si sa a chi darlo, quando darlo, quanto darne e cosa dovrà fare il beneficiario per ottenerlo. Per il resto è tutto un chiedere informazioni in giro. E nient’altro aggiungeremo su questo nostro Paese (intendo l’Italia) diventato tremebondo, dove si parla soltanto di immigrati, sicurezza e vaccini che si decide di prescriverli soltanto quando passa per la testa a qualcuno (vero ministra Grillo?).
Per guadagnare un po’ di tranquillità, rifugiamoci in Puglia dove Emiliano impazza e si scarta dal Pd che più non gli calza a pennello. Il Presidente non ha bisogno di dissimulare, poiché negli ultimi tempi ha aperto le porte soprattutto al “nemico”, cui ha fatto ponti d’oro. Clamorosa l’investitura a Presidente dell’Acquedotto Pugliese di Di Cagno Abbrescia (suo storico avversario politico) e l’ingresso in Giunta del popolare Stea. Emiliano intende aprire anche ai grillini che però non lo vogliono. Si capisce, Emiliano “lotta e governa” per il secondo mandato. Da parte sua – dice Calenda – se potesse lo espellerebbe dal Pd in un minuto. Esagerazioni.
Lasciamo, però, un po’ di spazio a Nardò perchè stavolta merita tutta l’attenzione possibile. Come sempre ci spoglieremo di appartenenze e cercheremo di ragionare (invito esteso a tutti). S’intende, parliamo di politica, delle “lingatere” che hanno attecchito nelle sezioni delle ultime formazioni politiche rimaste (Pd, Lega) e dello sbarco ufficiale di Casapound che avrà considerato come a Nardò possa fare buona pesca. Eppoi, eppoi.
Resta (resta?) l’esercizio naturale del potere tra veleni e disattenzione. Prendiamo l’ultimo caso. Il fatto: i cinque consiglieri comunali di opposizione (Lorenzo Siciliano, Daniele Piccione, Carlo Falangone, Roberto My e Giancarlo Marinaci) si autosospendono dai lavori delle Commissioni e del consiglio comunale. Motivo? “la maggioranza e il sindaco ci boicottano” – asseriscono in coro – denunciando le “continue violazioni dei regolamenti e delle norme che disciplinano il lavoro dei Consigli comunali e delle Commissioni”. E parlano di ben 24 (!) sedute di commissione consiliare di controllo e garanzia andate a vuoto per l’assenza costante dei consiglieri di maggioranza, impedendo il raggiungimento del numero legale utile al normale svolgimento dei lavori. Ancora, di interrogazioni discusse a distanza di oltre un anno dalla presentazione e, aggiungono, altri soprusi, informando della cosa il Ministero dell’Interno e il Prefetto di Lecce per chiedere un intervento immediato al fine di ristabilire il rispetto della normativa vigente, compreso di valutare la revoca del ruolo del ruolo di Presidente del Consiglio dell’assise comunale.
Detta così, si tratta di una “cosa grossa”, 4 sedute andate a vuoto!), comunque non inedita, avendo avuto illustri precedenti. In generale, però, l’”Aventino” (ricorda secessione parlamentare dei deputati antifascisti al tempo del rapimento di Giacomo Matteotti) non ha mai portato bene. Una notizia così, però, merita approfondimento. Banalmente, è vero o non è vero? Se sì, come appare, la maggioranza dovrebbe spiegare il suo comportamento. Che, di sicuro “saprebbe” fare (forse con la giustificazione che, rammentando passate esperienze amministrative, del “così fan – facevano - tutti”, intende rifarsi all’esperienza Risi dove, a loro dire, a parti invertire, succedeva la stesa cosa). In ogni caso, appurato quello che bisogna appurare, non sarebbe una buona giustificazione. E’ certo, comunque, che qui siamo al limite della rottura e forse oltre della normale pratica democratica con l’opposizione che realmente si sente ostacolata nel suo esercizio. Impotente, e per questo costretta a rivolgersi alle Autorità competenti. Una deduzione neutra farebbe argomentare che se ci sono le regole e valgono ancora, bisognerà ristabilirle.
Come andrà a finire? La mia personale previsione dice che non succederà nulla di particolare e forse nessun intervento (diciamo la verità, per il Ministero e lo stesso Prefetto questo tipo di lettere sono soltanto un fastidio; fastidioso sarebbe anche il fatto che non rispondessero), ammenochè la protesta non si protragga nel tempo e assuma aspetti clamorosi e tali da non potersene più infischiare. In caso contrario si tornerebbe alla (ir)regolare dialettica politica dove chi ha la bicicletta pedala o, se volete, chi ha il mazzo batte le carte.
LUIGI NANNI