NARDO' - “Prova generale” in ritardo e in affanno.
A costo di passare per noiosi, non possiamo non ricordare quanto segue: Il turismo (e ogni altra attività collegata) è troppo importante per permetterci di sbagliare, di non saper correggere gli errori commessi. La passata stagione in non pochi casi è stata rovinata dalla guerra (chiamiamola così!) ingaggiata tra Amministrazioni, Soprintendenza, e Magistratura sull’annosa questione dei lidi, delle autorizzazioni in materia, dello smontaggio o meno allo scadere dell’autorizzazione. E il tutto è avvenuta in mancanza di una precisa disciplina che ha fatto scaturire contenziosi a catena. La stagione sta per ripartire e i dubbi non sono stati del tutto fugati.
Si parte anche per Nardò e registriamo subito che lo sbandierato “Piano Coste” ha i pesi alle caviglie e non ha cominciato nemmeno a camminare. Non si vedono opere all’orizzonte. Se a marzo non c’è stata una sola “prima pietra”, rispetto alle decine di attività autorizzate, è perché i concessionari lamentano burocrazia e ritardo su tutta la linea in termini autorizzativi per poter quantomeno partire (leggi: “Permesso di Costruire”). Fatto pericoloso perché ciò può comportare anche disaffezione e finanche l’abbandono di investimenti verso quel preciso settore.
Per il resto, in tante materie, resta sempre fondamentale avere un “piano”, avere sempre qualche buona idea da spendere per non restare bloccati. Meglio, però, se condivisa. Non sembra il caso per quanto intende fare questa amministrazione in fatto di chiusura del centro storico, di Ztl rispetto alle quali, diciamo la verità, si sono fatti importanti passi in avanti. Nel senso che la sua chiusura costituisce una necessità, l’affermazione di maturi orientamenti culturali. Insomma, la chiusura del centro storico è una conquista per Nardò come anche per ogni altra amministrazione che intende andare in quella direzione.
Non si può negare che la chiusura del centro storico al traffico autoveicolare privato abbia apportato benefici in termini di bellezza e fruizione, anche alle stesse attività del centro. Iniziativa partita da lontano grazie al mondo ambientalista, a persone di buona volontà e semplicemente ragionevoli. Si capiva che i tempi erano maturi per cambiare. Eppure ci sono proteste da parte di una quarantina di attività (numero non trascurabile), che si sentono danneggiati dal provvedimento comunale di chiusura H24, come pure è scritto sui tanti volantini affissi per protesta sui portoni delle loro attività, coincisi in qualche occasione con la stessa chiusura dell’esercizio. E’ sembrata una ben precisa protesta.
Certo, tutto si potrà migliorare, vediamo però di non scatenare la guerra, tenere conto dei residenti, delle stesse attività, semmai con qualche fascia oraria. Per il resto, diciamolo chiaramente, il bel centro storico di Nardò è stato fatto al tempo di carrozze e cavalli, calessi e cavalieri. Non smettete di attraversarlo a piedi. Basteranno pochi minuti per andare da Palazzo Personè alla Cattedrale, altrettanti dall’Osanna alla preziosa Biblioteca Vergari. Per una e più volte lasciamo stare le auto anche perché inquinano. E proprio su questo Nardò deve presto porsi quest’altro problema: quello di un parco-auto sovradimensionato e un traffico che in alcune ore paralizza la città. Anche qui un bel progetto che possa aiutarla e far migliorare la vita dei suoi cittadini.
E l’impegno è anche quello di migliorare l’offerta ai turisti in arrivo (non andranno tutti a Matera!) sperando in una buona stagione. Non solo i B&B, approntandoli come si conviene, ma anche un qualsiasi altro esercizio commerciale a cominciare da ristoranti, trattorie, pizzerie e bar di ogni genere continuando ad essere cortesi e ben disposti. Credete, non si tratta di una banale raccomandazione.
Perché poi, il problema del centro storico di Nardò ne richiama anche altri di diverso tenore. Forse a Nardò il problema ancora non si pone (attenzione, però!), ma basta spostarsi sempre alla vicina Gallipoli o Otranto o Lecce dove si sconta tutta la difficoltà di problemi che non hanno mai avuto soluzione.
Prendiamo sempre il caso di Gallipoli (avendone così tanto parlato in passato, qualcuno potrà pensare a una sorta di pregiudizio, ma non è così!), dove non paghi del mezzo/intero disastro fatto con i lidi (montati/non smontati/multe a raffica), l’opposizione all’attuale amministrazione cerca lo scontro aperto con la richiesta di licenze commerciali illimitate nel centro storico (sempre ristoranti, dehors e affini), con la disinvolta richiesta che nessuno, davvero nessuno può bloccare l’intrapresa commerciale. Che in tanti casi – aggiungiamo noi - sfocia nella reiterata occupazione abusiva di suolo pubblico senza l’atto di concessione, in violazione dell’art.20 del codice della strada. La risposta del Comune pare ben ferma (ma aspettiamoci deroghe ed escamotage, e l’attacco alla diligenza sottoforma di Tar, e Consiglio di Stato).
Richiesta da rigettare al mittente cui bisogna fargli capire che c’è un limite a tutto, anche allo stesso numero di turisti che si vorrebbe acchiappare e che non sono decuplicabili. In maniera siffatta lo stesso sviluppo regolare di tutte le altre attività sarebbe in pericolo.
Eppoi, bisognerebbe farglielo capire ( a quei richiedenti) che a Gallipoli ci sono pur sempre alcune migliaia di abitanti (e anche di turisti, riuniti sotto l’insegna di “Abitanti e amici del centro storico di Gallipoli”) che come noi sono fatti in carne e ossa e come tutti vorrebbero fare una passeggiata tra le belle viuzze, scegliere in tranquillità dove mangiare e, quand’è notte, poter fare un po’ di nanna.
LUIGI NANNI