SALVINI “UNO E TRINO” PREDICA “URBI ET ORBI”
MA SEMBRA UNA TIGRE DI CARTA!
Nel suo viaggio elettorale simil-religioso in Puglia non tutto gli fila liscio
Ho visto Salvini! In carne e ossa. Non più di sette metri di distanza. Dove? A Ostuni martedì 21 maggio. E perché non a Lecce – direte - più vicino, dal momento che vi era andato in mattinata? Perché mi trovavo a Ostuni. Beninteso, non per Lui, ma una circostanza (accompagnare dei turisti) mi ha portato nella “Città Bianca”. Eppoi, a differenza di Salvini, della sua facoltà, non sono ubiquo. O qua o là. A Lecce (mi è stato riferito) avrei visto una città quasi in stato d’assedio. Piazza S.Oronzo interdetta, Anfiteatro altrettanto, Villa Comunale chiusa (per quale motivo?), folla così e così ma altrettanti contestatori. E, invece, nel suo vorticoso viaggio elettorale in Puglia, Lui è arrivato in Piazza Libertà a Ostuni per le elezioni amministrative di quella città, esattamente alle ore 14.05, anche per sostenere il locale candidato- sindaco. Che orario strambo! Mi sono messo in un angolo e ho osservato. La bella Ostuni era piena di poliziotti in divisa e in borghese. Uno dei presenti ha detto: “mai visti tanti poliziotti in vita mia!”
Un apparato sovradimensionato. La piazza era stata presidiata da agenti dappertutto, anche in tenuta antisommossa, che non facevano passare nessuno, nemmeno a piedi. Ho cercato di farlo per raggiungere l’unica edicola ancora aperta, a nemmeno cinquanta passi di distanza ma, calmo e irremovibile, il poliziotto mi ha opposto un fermo divieto. E’ parso a tutti, (dunque, non solo a me), un sopruso. Salvini è arrivato a comizio in corso. Non c’era la gente che uno si aspetterebbe. Forse per l’ora di pranzo.
E’ arrivato circondato tra un’ala di sostenitori e, immagino, di agenti in borghese, per essere Ministro dell’Interno. Abbassato il frastuono nel quale veniva sacrificata l’aria “Nessun Dorma” della Turandot di Giacomo Puccini, Salvini ha poi preso la parola, per esattamente cinque minuti, anche meno. Forse era stanco. Credo che il suo intervento abbia deluso persino i suoi sostenitori. Ho voluto ascoltarlo dal vivo, ma non mi ha fatto una grande impressione. Soprattutto per quello che ha detto, come l’ha detto e per quel poco che si ascoltava, accolto com’era da una nutrita e rumorosa contestazione fatta di fischietti e cartelli. Su tante piazze gli succede sempre più di frequente.
Per uno come lui che gira lo Stivale da sopra e sotto, indossando la felpa della città che visita, e non avendo tanto tempo a disposizione, il suo giro elettorale ha puntato ancora una volta alla pancia di quanti si sono invaghiti di questo modesto personaggio. Con tre-quattro slogan preconfezionati (e sempre quelli ripete), ha agitato lo spettro del crimine e dell’immigrazione selvaggia. In particolare, (vero!) ha parlato di un nigeriano (nero di pelle!) che avrebbe morso e quasi staccato il dito di un poliziotto, poi di un marocchino (pelle … non bianchissima), accusato di aver provocato con un incendio la morte di due vecchiette.
Nell’Italia del “prima gli italiani” ha annunciato che avremo un tot di poliziotti in più a dare sicurezza alle città. Ovviamente, a cominciare da Ostuni. In questo, Salvini, vede delinquenti dappertutto (soprattutto neri, ma le nostre quattro-cinque mafie sono tutte bianche!) che vuole sgominare. In questa sua foga ha anche annunciato che riempirà di telecamere asili, gerontocomi, case di cura, riferendosi evidentemente ad alcuni episodi di cronaca. Eccitato, ma anche consapevole del fatto che il suo decreto sicurezza-bis non sfonderà, anzi persino bloccarsi alla sua prima applicazione per manifesta incostituzionalità. Ha sorvolato sulla corruzione che in questi giorni ha travolto la Lega e come sempre non ha fatto cenno alla frode dei 49 milioni spariti dalla cassa del suo predecessore. In compenso, non manca mai la sua velata minaccia a “certi” magistrati che non fanno il loro dovere.
Si diceva, soltanto cinque minuti scarsi che (nostro consiglio) potevano essere anche preregistrati o farli dire a un sosia (povero sosia!) per consentirgli di essere presente su ogni piazza d’Italia. Ma, abbiamo anche appreso che in ogni manifestazione Lui si ferma ogni volta per i selfie con i suoi fans. Un rito. E infatti ha assolto questo compito per poi svicolare, sempre debitamente affiancato, si presume, in direzione di un ristorante. Al termine di quella manifestazione dal volume così esageratamente alto da aver disturbato quanti abitavano sulla piazza e vicinanze, ho voluto fare il cronista e mi sono messo ad “origliare”. C’erano i “suoi”, evidentemente, ma chiaramente si vedeva che questa volta non aveva sfondato, anzi i contestatori erano in maggioranza. Per scoprire ancora una volta che per Lui non sarà facile maramaldeggiare e finanche prevedere che dalle elezioni Europee possa avere una qualche delusione. Non avrebbe né la “sua” Italia e nemmeno la “sua” Europa sovranista, a conferma del vaticinio storico di “un mio vicino di piazza”: Salvini è una tigre di carta!