L’AMORE AL TEMPO DEL … CORONAVIRUS
Pot-pourri autenticamente neritino. Però, beninteso, non ne abbiamo l’esclusiva
Di cosa dobbiamo oggi parlare? Forse si vorrebbero cose leggere, non è tempo per ulteriori afflizioni prodotte dal coronavirus. Anche se questa tristissima vicenda ci fa subito venire in mente (detto alla larga) che in giro ci sono ancora i predicatori no-vax e che nonostante il Governo, sul coronavirus, abbia adottato con precisione tutti i protocolli dell’OMS (si tratta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, non certo di un guru invitato in una trasmissione della De Filippi), non mancano gli oppositori (di Governo e Ragione) delle stesse misure sanitarie messe in campo. Stiano calmi, se non vogliono passare per mestatori e ignoranti.
Insomma, da oggi in poi (e già da qualche giorno), i nostri discorsi rischiano sempre di essere mischiati a questa materia. Iniziare su qualcosa (anche su Sanremo e… Al Bano) e poi lasciare un piccolo spazio al coronavirus; approfondire quell’aspetto e poi fare precipitosa marcia indietro per non farsi rinfacciare di essersene dimenticati. Insomma, una storia senza confini che, speriamo, possa chiudersi in fretta. Ma bisogna pur sempre fare i conti con quello che ti passa accanto e non puoi ignorare. Mettendosi in marcia, per capire l’aria che tira. Non tanto buona, viste le circostanze. Ma non vogliamo giudicare nessuno. Colpiti, comunque, da tanta informazione. Stampa e radio, tv e social e confessioni vis-a-vis. Quest’ultime, curiose e variopinte, banali e choccanti.
“Sia mai! Passo alla larga! Da dove? Da ogni negozio che sia cinese! E non m’interessa che sostituiscano il personale con quello italiano. L‘hanno fatto a Cavallino, ma che non si permettano di farlo a Nardò. Anzi, sai cosa ti dico? Lo facciano pure, tanto a me nessuno mi prende in giro. Chi ti dice che in questo passaggio non avvenga qualcosa? Eppoi è anche ridicolo e pericoloso quando dicono: le merci sono sicure! Sicure? Ma queste merci non sono state per caso manipolate da personale cinese? In fabbrica, al porto! In aeroporto! Hanno aperto i cassoni ed eccoli là ben disposti sugli scaffali.
Ma per quanto mi riguarda, possono ben stare a marcire! Nessuno mi convincerà che là non possa annidarsi il virus. Poveretti! Certo che mi dispiace. Loro non hanno colpa. Potrebbero essere miei figli. Sì, che li conosco. Prima ci andavo e ho comprato. E non una sola volta. Mi dici, poi, del mangiare? Ma siamo matti? Già a me non piace come mangiano, anche se confesso non ho mai assaggiato nulla di quello che cucinano. Eppoi ho sentito che mangiano di tutto: rospi, cani e serpenti. Per forza tutto questo doveva succedere. Menomale che da noi di cinesi non ce sono tanti in giro. Immaginate quello che succede a Roma, a Milano, dove ho saputo che ci sono interi quartieri di quella comunità. Senza dire di Prato, in Toscana (là ho un paio di amici che si sono trasferiti), con grandi fabbriche tessili cinesi. Una città di novantamila abitanti, dove ogni due italiani vedi uno con gli occhi a mandorla. Ciò significa che sono il trenta per cento della popolazione.
Ho poi anche saputo che sulla guida telefonica, almeno quelli che hanno conservato il telefono fisso, il nome più presente è HU; HU con tante altre lettere. Non conosco certo il cinese, anche se mi piacerebbe impararlo. Ma come faccio? Non ho certo tempo libero. Con due figli grandicelli che ormai fanno le elementari. E sono bravi, sai! A proposito di scuola, vedi che casino sta succedendo al nord! Là ci sono scuole con ragazzi cinesi. Non voglio nemmeno immaginare di stare in quella condizione. Le rassicurazioni non mi convincono. Quei ragazzi (sottolineo, mi dispiace tanto per loro!) non hanno colpa. Ma pur sempre vivono in famiglia. E se tanto mi dà tanto, si tratta di una famiglia cinese. Cosa ne sai se nelle scorse settimane non abbiano fatto un viaggio in Cina o un parente sia andato a trovarli? Parente cinese, intendo. E in questo caso, come si fa a controllare? Li vorrei qui, davanti a me, tutti quei grandi medici che dicono di stare tranquilli.
Io, tranquilla non ci voglio stare e per nessuna ragione al mondo. A me nessuno m’infinocchia e so badare al mio istinto di mamma. E, comunque – dite che il coronavirus è sotto controllo anche se sono morti alcune centinaia di persone e migliaia si sono ammalate? Non credo a niente, potrebbe essere mille volte tanto. Anzi, sapete cosa penso: milioni di volte tanto. Perché la Cina nasconde tutto, se ne fotte dell’OMS e fa gli affari suoi. Non è forse la Cina la maggiore responsabile dell’emissione di CO2 sulla faccia della terra? Ecco le cose che debbono essere conosciute per poi meglio spiegarle. Comunque, è bene sempre parlare di queste cose, anche per farsene un’idea. Ma, confesso, vedo anche tanta confusione in giro. E’ tardi, vi saluto. Debbo correre a casa. A cucinare”.
LUIGI NANNI