SEMPRE DALLA PARTE DEI GIOVANI
(MA I “DISCOTECARI” NON SIANO SACCENTI E… MINACCIOSI)
Fiutano gli affari, si rifiutano di obbedire e si ergono a “legislatori”
Ma che storia è questa? E’ cosa certa che chiunque sia stato (Presidente di regione, Presidente del Consiglio o Frate Indovino) a dare il via libera alla riapertura delle discoteche, non vi abbia mai messo piede. E non sa cosa siano e forse nemmeno chi le frequenta (ovvio, non è una colpa; per quanto mi riguarda, l’ultima volta è stata trent’anni fa!), altrimenti non si sarebbe immischiato in questo azzardo, quello di decidere che finalmente potevano riaprire, sia pure con qualche limitazione. Come si fa a dire a tanti giovani testosteronici di stare a distanza, meglio di “rispettarla”, quando davvero tutto questo non è possibile?
E, pertanto, è bastata una prima uscita per immaginare l’inimmaginabile: la musica, gli avventori, ragazzi e ragazze a frotte, orfani di divertimento e anche voglia di sballarsi un po’ (una birra, anzi due e lo spritz che ci impone la pubblicità, per fare una gigantesca ammucchiata, anche se il locale un po’ ne aveva ridotto la capienza). Ma cosa pensare se dai tremilacinquecento (capienza della discoteca Praja di Gallipoli, il doppio degli abitanti di Seclì) si “scende” a duemila per via del Covid? Altro che assembramento! Siamo alla festa di S.Oronzo a Lecce o a quella di San Giuseppe a Nardò! Sono sempre tanti, anzi troppi di questi e forse altri tempi. Demodè.
Fin qui ci siamo? E dire che i giovani si debbono divertire con le loro discoteche? Certo che sì, anche se qualche dubbio potrebbe nascere con un sillogismo: è vero che i giovani non sanno stare senza discoteche? Ma va là! Il guaio però nasce quando non ci si capisce, non si vuole capire e ognuno fa come gli pare. A cominciare dalle autorità sotto assedio, dalle loro incertezze, agli stessi gestori che hanno graduato le varie fasi del lockdown alzando il volume della loro protesta, sino a minacciare di non obbedire a nessuno, e neanche al Covid, se non ci sarà la piena liberalizzazione.
Vogliono forse sentirsi dire: “prego, fate come volete, basta che chiudiate alle prime luci dell’alba!” A loro bisognerebbe dire che non sono stati poi così maltrattati, basti fare un esempio col teatro dove, ai pochi spettatori “selezionati” per poco non si impone di assistere con le mani giunte a mo’ di preghiera. E, manco a dirlo, questo incipit nasce dall’esperienza gallipolina, la cittadina del divertimento assoluto, che non fa ammenda degli errori commessi i e che anche quest’anno (Covid a parte), avrebbe comunque riaperto col freno tirato a mano e con importanti strutture di divertimento chiuse o traslocate altrove.
Ma questo è un vecchio problema del settore e non abbiamo competenze per dibattere (cose sagge, però, dice ogni volta il nostro Maurizio Pasca, Presidente del Silb). Qualcosa, però sentiamo di aggiungere, quando i titolari della discoteca (al centro di tutte le cronache, per la “riapertura- choc”, senza il rispetto delle misure previste, anzi completamente ignorate), declinano ogni responsabilità, parlano di giovani esuberanti, per poi lanciare un “messaggio” non tanto cifrato rivolto al governo e alle autorità in genere e che debitamente tradotto parla di disubbidienza se non succede questo e non succede quest’altro (per loro, il 15 luglio è la scadenza, altrimenti mano agli avvocati!). Si vede che sono forti. Previsione? La spunteranno. In altre parole – sembrano voler dire – che nessuno s’immischi, siamo soltanto noi a intenderci di discoteche! No, non è così. “Cari discotecari, abbiate pazienza, fate divertire i giovani e non esagerate. Come tutti, anche voi siete soggetti alla legge. C’è, poi, un piccolo particolare: il Covid. L’abbiamo per caso già sotterrato?”.
E comunque, a questo punto, pur non frequentandole, mi verrebbe quasi di essere d’accordo, soprattutto su un punto vero: quello di non riuscire ad arginare l’ondata di giovani che vanno a divertirsi e dove il metro di distanza è l’argomento principe di ogni barzelletta che si racconta (che fine hanno fatto i 60mila guardiani- volontari?). Ovviamente non dovrebbe essere così, mancando di serietà e, per quanto riguarda il Covid, sfidare la nostra buona sorte. Per poi, finalmente, cercare di capire se qualcuno la indovina su questa miscellanea di disposizioni. Poiché, è certo, riguardo alle “riaperture”, che sono pervenute indicazioni contraddittorie e anche confuse da parte del governo. E, sempre a proposito della discoteca in oggetto, dice bene il sindaco di Gallipoli Stefano Minerva quando lamenta proprio il senso del “libera tutti” dato dal governo, metro di distanza incluso. A questo punto – aggiunge Minerva – cosa potrò fare con soltanto cinque vigili in più? Dice senz’altro bene Minerva e non so quanto, stavolta, il noto virologo Pierluigi Lopalco, nella task-force della sanità pugliese, quando – testualmente – dichiara che sono più pericolose spiagge e movida delle stesse discoteche. Cosa si va a pensare! Ed io, ubriaco di informazioni, che credevo fosse vero tutto il contrario!
LUIGI NANNI