NARDO' - Vediamo di raccapezzarci. Nelle stesse ore in cui gli allarmi Covid riguardano diversi focolai nel leccese e resto della regione, ho appena ascoltato lo spot pubblicitario di una nota tv leccese promuovere la serata in discoteca di sabato 25 luglio in quel di Santa Cesarea Terme.
Vi risparmio il nome dell’emittente e quello della discoteca. Di indizi ne ho dati abbastanza. La cosa su cui non bisogna però dubitare è che c’è della follia in giro. Amen. Eppoi le Università che restano chiuse come luoghi di appestati e sempre chiusi teatri e tante altre attività. Poi mi sono fatto forza e ho ascoltato ancora una volta la ministra della Pubblica Istruzione Azzolina. “Quella” che già a febbraio dava agli studenti “appuntamento a settembre”, per la ripresa scolastica! Ed oggi, col suo spartito stonato del suo “concept album” che riguarda i banchi con le rotelle. Davvero, tutto ridicolo.
Le aziende hanno risposto che non ce la fanno a realizzarli. Vedrete, il 14 settembre la scuola non riaprirà, con buona pace dell’ennesimo ministro incompetente e forse si farebbe in tempo a richiamare in attività un po’ di insegnanti settuagenari e ottuagenari e affidarsi tranquillamente al loro buonsenso. Ma anche qui, si finge di non capire e si va avanti.
Di polemica in polemica, eccoci alla sfilata Dior negli scorsi giorni a Lecce. E’ il caso di dire: sotto il vestito, niente? Sì e no, a voler dare un giudizio sulla grande manifestazione e sfilata di moda di Dior in Piazza Duomo a Lecce. Non siamo però dell’idea che qualsiasi cosa si faccia sia utile per farci conoscere. Non è la prima volta che si dice questo. Anche perché, un po’ di strada l’abbiamo certamente fatta e in materia di valore artistico e ambientale Lecce e il Salento (quando vogliamo essere enfatici) … “par sia una cosa venuta da cielo in terra a miracolo mostrare”.
Di questo passo, però, cadiamo nella tentazione di scansare il fare ordinario, ci nascondiamo dietro la delega spettacolare e in questo si sono distinti, male però, i vari assessorati regionali degli ultimi tempi. Poi si fa presto ad accorgersi che è dubbia l’utilità di tutto questo. Quantomeno, lascia poche tracce e bisogna riprendere tutto daccapo. Resta insopprimibile la tentazione del gigantismo, di voler organizzare eventi distopici e francamente lontani dal comune sentire. Alla fine, una innocua distrazione per spettatori virtuali a causa del Covid, fatta salva una aristocrazia presente in carne e ossa di selezionatissimi (un centinaio) protagonisti e invitati, tutti facenti parte di autorità (in senso reale) artistiche, civili, militari e religiose.
Forse non è il caso di insistere sulla polemica che ha coinvolto la Soprintendenza riguardo alla mancata autorizzazione, al suo avallo forse chiesto in ritardo, e se fosse davvero necessaria. Anche qui, niente di nuovo, con la considerazione però che questa nostra Soprintendenza fa di tutto per attirarsi fulmini e critiche, forse perché appesantita da zavorra e in crisi d’identità rispetto al suo stesso compito. Se si vuol fare un esempio è come un dio bifronte, apparendo alternativamente autorevole e, per così dire, remissiva e persino afona in altre occasioni (resta clamoroso il suo silenzio dopo la sentenza avversa che aveva riguardato i pontili di Otranto). A dire il vero, un sussulto l’ha avuto proprio per la manifestazione-Dior, parlando di “sfruttamento culturale” e, per bocca della Soprintendente Maria Picarreta di “scenografia completamente avulsa dal contesto storico tutelato, anacronistica e riduttiva dello scenario architettonico presente nell’invaso della piazza di eccezionale rilevanza”.
Spente le luci e smontate le luminarie (in quella Piazza Duomo, quasi irriconoscibile, tutto era francamente eccessivo, e non era necessario), si spera che si torni subito a parlare di sviluppo e prospettive del Salento, tutto maledettamente complicato dal Covid. Per stare alla stretta attualità, già persi migliaia di posti di lavoro soprattutto nel settore turismo ma i primi dati fanno intravedere una crisi ancor più pesante a partire dall’autunno. Con le elezioni regionali di mezzo (e anche a rischio, in caso di aggravamento-Covid) e, diciamolo pure, con un appuntamento che non pare trascinare all’entusiasmo. Elezioni, comunque, che potrebbero anche servire per mettere finalmente mano a settori gravemente in crisi. Sotto gli occhi quella del turismo, ma agricoltura, industria, artigianato e pesca non vanno certamente meglio.
E i trasporti? Qui, davvero, vince la rassegnazione. Lo si è visto con la pessima gestione del periodo-Covid quando treni e aerei si prendevano col contagocce e si sono respinti i pochi turisti che volevano trascorrere le vacanze da noi. Proprio l’altro giorno in Tv, in una delle tante trasmissione-ubriacatura sul Recovery Fund, sul Mes e sulla montagna di soldi che inonderanno l’Italia colpita dal Covid, l’ingenua ma anche generosa presentatrice ha così parlato: “speriamo che tanti soldi vadano al Sud… ne ha tanto bisogno”. Non succederà, signora! Grazie, comunque, della perorazione.
E forse era anche ben informata (parlando delle Ferrovie del Sud-Est del burattinaio Forillo), di tratte e orari, gli stessi di ottanta anni fa, e media oraria del collegamento Lecce-Catanzaro di 18 kmh! Se poi, agli autorevoli protagonisti-invitati-ospiti, dopo tanta fatica, gli organizzatori della serata- Dior avessero voluto organizzare una simpatica visita a Santa Maria di Leuca, però col trenino e rinunciare per un giorno a comodità, vetture deluxe e autisti in livrea, avrebbero raggiunto il De Finibus Terrae soltanto dopo 2 ore e 20 minuti, per un percorso di una settantina di km. In compenso, qualche chiacchiera in più, amabilmente, quelle che erano mancate nei giorni dei lavori. Esattamente come nel film-cult “Italian Sud Est”.
LUIGI NANNI