NARDO' - Bravi i sindaci. Basta che non dicano bugie e si scordino di averle dette. Il caso del sindaco di Gallipoli Stefano Minerva.
Noi vogliamo bene ai sindaci. A tutti! (e in tanti stanno già pensando a Mellone). Basta, però, che agiscano con responsabilità. Il talvolta sottovalutato mestiere del cronista ha una qualità innegabile, quella che gli deriva proprio dal mestiere: essere puntiglioso, avere l’abitudine di annotare, registrare dichiarazioni di politici o altre figure, che potrà poi usare all’occorrenza. Quest’ultime, per conseguenza, non dovranno far finta di disconoscerle.
I riflettori sono puntati ancora una volta su Gallipoli, la città dello sballo, dove c’è un sindaco che cerca di fare del suo meglio e, si vedrà, non sempre ci riesce. Anzi, non ha mai ascoltato il consiglio di “curare” Gallipoli con animo e corpo e lasciar perdere la Provincia (vale anche al contrario). Sì, perché il sindaco di Gallipoli Stefano Minerva è anche presidente della Provincia di Lecce. Un cumulo di cariche che bisognava evitare per non compromettere la qualità del suo intervento e l’integrità di ogni essere umano che, si narra, ha bisogno di avere un adeguato tempo a disposizione, da cui togliere un tot ore di sonno, l’incombenza che gli dà la famiglia, badare alle loro necessità e alla fine anche un po’ a sè stesso. Ma di queste stranezze è piena l’ordinamento burocratico del nostro Paese.
Cosa dunque ha detto e fatto Minerva? A metà luglio, intervistato sui gravi problemi che crea la cosiddetta movida, anche in considerazione della chiusura delle discoteche, ha elegantemente glissato e difeso a spada tratta i “suoi” ragazzi, negando di fatto ogni problema e difendendo la sua Gallipoli. Ha fatto bene? Certo, difesa d’ufficio, forse pensando di guadagnare tempo e regolarsi sul da farsi. E’ invece successo che nel giro di poche la situazione si è ulteriormente aggravata: decine di locali sono stati multati per assembramento da polizia interforze e sospesa per giorni la loro attività. Tutti i giorni Gallipoli sulle pagine di cronaca per problemi che forse erano previsti ma che non si è riusciti ad affrontare. Assembramenti in bar e locali adibiti a pista da ballo, scoperta di attività commerciali abusive, l’assedio dei parcheggiatori abusivi su tutto il litorale (per Gallipoli un “must”), sequestro di importanti quantitativi di droga, anzi di droghe. Insomma, Minerva si era sbagliato.
Ed è successo che al buon Minerva tutto è sembrato troppo ed ha alzato bandiera bianca, mani e braccia, invocando l’intervento del Prefetto di Lecce. Troppo facile. Che, ovviamente avrà preso atto della situazione e farà quello che fa ogni singolo Prefetto: distaccherà qualche forza di polizia, rinforzerà un presidio ecc., sperando che questo basti ma, statene certo, questo non basterà. Vogliamo spiegare cosa succede ogni giorno a Gallipoli invasa da migliaia di ragazzi? Ci limitiamo ai raduni, in molti casi non consentiti (per il Covid); vi arrivano con navette cercando di eludere i controlli delle Forze dell’Ordine costrette a zigzagare per i tanti interventi richiesti. Tanti i cittadini esasperati, dal centro in periferia, dai lidi a zone residenziali. “Volevamo fare una vacanza, non trovarci in un manicomio” (sentita a Baia Verde).
A tal proposito, segnatevi Baiaverdizzazione, ovvio, neologismo fornitomi da un amico (che ringrazio) e che riguarda il tratto costiero della Baia Verde. Segnatevelo a futura memoria, poiché per quello che succede nellabellaareadivacanzaduntempoagallipoli, è destinato a prendere atto definitivamente che tutto è cambiato, a cominciare condizione dei residenti che avevano giustamente messo in conto di viverci in tranquillità. E si sono d’un colpo trovati con un fastidioso confinante e anche cafone (la massa turistica). Non ce la fanno più. Esasperati, vogliono scappare da qualche parte, vogliono vendere la casa che nessuno intende acquistare. Insomma, per non stare in quelle condizioni, qualcuno doveva pensarci prima. E qui l’esempio si può allargare a dismisura e potrebbe riguardare situazioni a noi vicinissime (dai Vangeli, chi ha orecchie per intendere intenda). Di qui a immaginare ogni possibile futura programmazione ma, detto chiaramente, con la stella polare del bene comune, sostenendo la (sana) impresa privata e respingendo con nettezza i nuovi predoni del turismo.
LUIGI NANNI