PINNE, FUCILI ED OCCHIALI / GUARDA COME DONDOLO…
Ormai siamo alla politica “da spiaggia”. Tra spettacolo, risate e foto oscene
Il vostro cronista è in difficoltà e chiede comprensione. All’occorrenza, anche aiuto se le cose si metteranno male.
“Scrivi, scrivi!” – viene incitato- per chiedergli che s’interessi di argomenti spinosi, ma non disdegnano questioni all’apparenza di poca importanza. D’altra parte – osservo stavolta io - anche il cronista, al pari del ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha il diritto (!) di prendersi una vacanza e non rispondere al telefono se non per i contatti strettamente necessari. Aggiungiamo subito che non è la stessa cosa. Lui in un lido esclusivo (tra breve diremo qualcosa di più) e il povero cronista che s’accontenta del demanio sopravvissuto alla sua depredazione. Tante infatti sono le lacrime di coccodrillo e tanti coloro che già mettono le mani avanti su “piani- coste” un tempo magnificati e che oggi forse più non avallerebbero. Intanto, su quello di Lecce già è scoppiata la bagarre.
Ma a proposito di Luigi Di Maio non è come l’hanno raccontata. O, meglio, raccontata con un importante omissis. Rispondiamo alla domanda (banale): può un Ministro degli Esteri farsi un po’ di vacanze? Certo che sì, soltanto che si è fatto prendere la mano e dalla posizione raggiunta di “migliore ministro degli esteri che l’Italia abbia mai avuto!” (ndr, in Tv ascoltato con le mie orecchie da un vip della politica nostrana), quella foto in “mondovisione” con l’immarcescibile Francesco Boccia, tessera Pd, e presidente Emiliano col vanto di non averla, stonava nel pericolosissimo contesto internazionale (Afganistan ai talebani e drammatica evacuazione degli addetti dell’Ambasciata italiana) che evidentemente Di Maio seguiva con la cornetta del telefono per poi, sollecitato, promettere di rientrare a Roma e riferire in Parlamento. Ma con un inciampo non da poco: il lido balneare Togo Bay di Porto Cesareo dove Di Maio trascorreva le vacanze, in questi giorni è stato sequestrato dalla Procura per sospetta irregolarità . Poi, come spesso e anzi sempre succede, avvocati di qua e avvocati di là (Tar e Consiglio di Stato) si danno da fare. Infine, dissequestro e concessione della facoltà d’uso. Un giochino che spesso si ripete. Insomma, stagione salva e amen. Giudicate voi.
Ma c’è un argomento che sta diventando ossessione. E, vedi caso, riguarda sempre i personaggi innanzi citati. Che ci conducono dall’esclusivo lido di Porto Cesareo direttamente a Nardò dove, manco a dirlo, si voterà in ottobre per le amministrative. Così a Gallipoli, mentre per Galatone si aspetterà il prossimo aprile o maggio. Detto solo per inciso, alcuni galatonesi residenti nel nord Italia e anche all’estero,e in questi giorni in vacanza, sono rimasti letteralmente esterrefatti di fronte al profluvio di manifesti elettorali della “banda Mellone” a Nardò, mentre nemmeno uno visto a Galatone. Prima di rientrare nelle loro residenze hanno chiesto di vederne almeno qualcuno e che dicano qualcosa di concreto, per rendersi conto se varrà poi la pena tornare per esprimere il voto.
Tutto questo per dire (e la cosa riguarda direttamente Nardò), che ci sono molte nubi (più precisamente: “cumuli”) sull’andamento, diciamo così, elettorale. Ad esempio, mi è stato posto il seguente quesito e chiesto di svilupparlo. Di cosa si tratta? Per una migliore comprensione del …testo aggiungerò che il richiedente è persona di valore e di assoluta fede democratica. In più, preoccupato per le sorti della sinistra di cui nota il forte rilassamento. Questo signore, questo compagno, faceva una considerazione non peregrina e la legava strettamente al clamoroso endorsement in favore del sindaco Mellone. Si dice clamoroso, intendendo, modo, tempo e opportunità, dopo che lo stesso Emiliano aveva in qualche modo “appoggiato” il Pd Carlo Falangone, sfidante dell’attuale sindaco.
Ebbene – è sempre la “voce” che mi detta la linea editoriale – secondo questa persona Carlo Falangone avrebbe dovuto procurare un terremoto (scusate il termine, pensando al devastante vero terremoto di Haiti con migliaia di morti e danni incalcolabili), chiamando a cascata “provinciale”, “regionale”, “nazionale”, per arrivare al segretario Enrico Letta; persino ai probiviri in pensione, e chiedendo “chiarimenti”. Tempo, ventiquattr’ore! Con quale minaccia? Beh, persino quella di abbandonare il campo! “Non si può andare avanti – sempre questo osservatore – nella confusione, se non nell’intrigo!”.
Cosa che non è stata fatta, forse occasione persa , finendo con l’assistere a schermaglie dove però i giochi sarebbero abbondantemente fatti. Sempre secondo questa persona si è persa una grossa occasione per far saltare il banco, quantomeno per restituire autorevolezza e dignità all’impegno di tanti cittadini che agiscono in buonafede e domani potrebbero sentirsi turlupinati.
E, pertanto, il “sollecitatore” ha pensato che il Pd Carlo Falangone avrebbe potuto (dovuto) fare di più e meglio. Cioè, pretendere quella lealtà che al momento nessuno riuscirebbe a individuare, ma forse ancora in tempo per “impuntarsi”, guardando agli impegni che gli “alleati” al massimo livello gli avrebbero assicurato. Senza molti giri di parole (tignoso questo osservatore!), si aspetta che nei prossimi giorni annuncino la loro presenza a Nardò, a poco più di un mese dalle elezioni nell’ordine esponenti di coalizione al massimo livello: Gianni Letta (Pd), Francesco Boccia Pd (di ritorno dal Lido Togo Bay), l’ex Giuseppe Conte (M5S), rinfrancato dall’esito della ristrutturazione del movimento. Andrebbe ugualmente bene lo stesso Luigi Di Maio (M5S di ritorno dal Lido Togo Bay). Di Emiliano è stato già detto: creerebbe confusione.
Altrimenti ci si dovrà abbandonare a giochi di previsione e a parole crociate sulla spiaggia (l’estate si prospetta lunga). Anche qui l’assillante osservatore dice la sua: teme che la partita sia chiusa in favore di Mellone e considera un exploit per la sinistra (che concetto!) poter raggiungere il ballottaggio. Ovviamente con tutto il rispetto degli altri sfidanti, Mino Frasca, Stefania Ronzino e Piepaolo Losavio che potrebbero conseguire anche risultati sorprendenti. Della serie: “l’urna è femmina!”. Considerando, però, che con questa voce si potrebbe incorrere nella mannaia del ddl Zan sull’identità di genere!
LUIGI NANNI