NARDO' - Le “mine vaganti” e l’”artificiere-contabile” Risi. Gruppi che “ballano da soli” e maggioranza modificata geneticamente.
Capiamo bene come si rischi di perdere il senso della misura nel voler mettere a fronte o accostare l’attuale fase della politica italiana, tanto difficile quanto inedita , a quella che sta a noi più vicina e voler poi vedere cosa passa il convento a Nardò. Ma, vedremo, se non si vuol essere sordi e ciechi qualche aiuto (o “ammaestramento”) potremmo riceverlo proprio da questa intricata situazione dalla quale, conveniamo, sarà dura uscirne indenni. Diciamolo con franchezza e senza infingimenti. A Nardò traspare (meglio: c’è!) delusione per come vanno le cose.
Questa amministrazione, che sin dall’inizio ha sempre marciato come un’auto senza i “tagliandi” necessari, ha incontrato non pochi inciampi durante il suo percorso. Snaturata nella sua composizione e col tempo persino modificata geneticamente . Gruppi informi “che ballano da soli”, consiglieri che si sfilano,Udc “carrarmato” e oggi utilitaria alloggiata in officina, gruppi che si costituiscono , alzano la voce e “minacciano”, altri che l’hanno persa, una volta appresi i pessimi risultati dei partiti di riferimento alle ultime elezioni, altri ancora che chiedono a gran voce l’allontanamento dell’assessore Sel Vincenzo Renna.
Si può dire, un divertissement nemmeno tanto innocuo per quanti hanno da impiegare il tempo del dopolavoro. Peraltro si tratta di una crisi latente e di cui è pienamente a conoscenza, immaginiamo, lo stesso sindaco Risi, dal quale ci si aspetta qualche considerazione a “viva voce” e non la professione di “artificiere- contabile” della sua alleanza. Nel senso che a lui spetta disinnescare le mine piazzate sul percorso e conteggiare quelle “vaganti” che pensa gli si pareranno in futuro. Il sindaco, poi, a conferma di tante voci, sarebbe anche pronto tra qualche tempo a procedere a un rimpasto. Forse – s’è aggiunto - a metà mandato. Intrigantemente, la data sarebbe quella del 3 dicembre.
Sul calendario, San Francesco Saverio, ove sempre si volesse chiedere una intercessione e buon viatico per la nuova esperienza. In ogni caso, operazione che confermerebbe la certificazione di una crisi in atto. Peraltro, cosa (non) si farebbe nel frattempo? E, dunque, è inutile rimandare, a cominciare dal chiarimento previsto nei prossimi giorni. Dovendo anche tenere conto (e che conto!) che una componente significativa della compagine è targata Pd, il partito-parricida, terremotato dalla vicenda Prodi. Anche qui non sono da escludere conseguenze.
Non è poi nemmeno scontato il fatto che gli aggiustamenti possano produrre i risultati sperati dopo gli “avvertimenti” del sindaco Risi ai suoi assessori e che stanno proprio a significare che forse non è soddisfatto del loro lavoro (di qualcuno è certo).
Risultato? Campa cavallo, perché poi alla città ci si penserà a tempo debito. Rimpasto, poi è una brutta parola, evocatrice di crisi e baruffe continue, scontri in atto, “chiarimenti” dovuti, artifici dialettici. Tutto ciò rimanda al periodo dell’ultima consiliatura Vaglio e, facendo qualche passo indietro, al tempo di ben due commissariamenti che Nardò ha subito nel giro di pochi anni. Vicende di un secolo fa. Per estensione, stante il subbuglio in atto, la politica di un secolo fa.
L’accusa oggi è quella di non aver saputo costruire un’idea di città e territorio, inseguendo, provvedimenti occasionali che ovviamente non riescono a rispettare i tempi dell’agenda approntata. E lontani dall’obiettivo di comune-capofila per vicende che possono attenere al ciclo dei rifiuti, a valorizzazione del centro storico, a progettualità nei vari comparti produttivi. A tal proposito, in termini seri si pone la stessa associazione “Costruire Insieme”, non certo ostile a questa maggioranza, che lamenta le “modalità minimaliste scelte a suo tempo per la composizione della giunta”, “incentrate su personali ambizioni e fuori da ogni logica di competenza”. Può bastare.
Questa amministrazione farà sempre in tempo a porvi rimedio, pur con qualche colpa da farsi perdonare. A cominciare dalla vicenda dell’ospedale San Giuseppe-Sambiasi. No, non è un’ossessione. Una resa senza condizioni e una battaglia che doveva essere intrapresa pur senza avere la certezza di vincerla. C’è poi la vicenda dell’operazione Sabr e processo collegato. Un giorno si dovrà riconoscere che la mancata costituzione di parte civile (decisione presa in totale solitudine morale) è stato un errore grave. Manifestazioni afone di una compagine senza voce. Si tarda poi a capire come la vicenda dei rifiuti non riesca a decollare(inchiodati al di sotto del 10% di raccolta differenziata) e il centro storico sia sempre in attesa di valorizzazione. Quando poi ci si cimenta in operazioni più complesse, sbagliare è ancora più facile.
Incertezza e un po’ di confusione sulla condotta e sulla bonifica e post-gestione della ex discarica di Castellino, senza poi dire di una vera “perla”, inopinatamente scoperta nelle ultime settimane (e a scarsa conoscenza anche da componenti della maggioranza ), che riguarda il bando per la gestione “in esclusività” dei servizi del parco Naturale di Portoselvaggio. Probabilmente un errore procedurale e data la portata della materia, anche questa meritevole di chiarimenti che però tardano ad arrivare. Ovvero, non ci si può nutrire di silenzi.
LUIGI NANNI