NARDO' - Allarme ambiente: Vietato giocare la partita della vita con una squadra senza affiatamento e senza allenatore in panchina.
Ci sarà tempo per una sintesi in tempi ragionevolmente brevi?
A occhio e croce pensiamo di essere in un periodo cruciale per le sorti del nostro territorio. Scelte che potranno segnare un passo avanti verso lo sviluppo economico e culturale, ma anche malauguratamente produrre conseguenze irreversibili di cui doverci per sempre vergognare, come sta avvenendo in questi giorni nel paradiso di Porto Miggiano (cementificazione in atto), con i cittadini inferociti e l’invocazione ai giudici per far ripristinare i luoghi. Attenti, pertanto, a quello che si va a fare.
Cittadini e amministratori, tutti chiamati a concorrere alla definizione di “bene comune”.Che cosa, dunque, succede da allarmare così tanto? A Nardò tutto in una volta e in tempi ravvicinati. Condotta sottomarina, chiusura e post-gestione della discarica di Castellino e, novità assoluta, il bando (che sorpresa!) che affida sostanzialmente Il Parco di Portoselvaggio in regime di “esclusività”.
Allo stato dei fatti, per quest’ultimo, un “fuori tutto” (come per i vestiti di fine stagione), eccetto ovviamente per l’aggiudicatario. In tutte queste vicende s’intravede un filo rosso, una sorta di peccato originale, ed è quello di materie importanti forse trattate con eccessiva fretta e superficialità, discussioni zoppe che non vanno a buon fine, zone d’ombra che non si riesce a diradare, provvedimenti (per stare sempre sulla questione Portoselvaggio), che “sorprendono” e vedono scarsamente coinvolti, se non esclusi, persino assessori e pezzi della stessa maggioranza. Pertanto, fanno bene associazioni ambientaliste, comitati di cittadini ad esercitare il dovuto controllo e manifestare la giusta diffidenza verso tante “rassicurazioni”.
Sulla condotta sottomarina siamo in presenza di una vero rimescolamento di carte. Ricordiamo che il consiglio comunale di Nardò si era già espresso negativamente sul progetto complessivo e pertanto sulla sua realizzazione. Succede, poi, che nella recente Commissione Ambiente dell’Acquedotto Pugliese i due tecnici dell’Acquedotto, incaricati di presentare il progetto, hanno voluto rimarcare che lo stesso riguardava esclusivamente la Condotta a mare e non anche il collettamento dei reflui di Porto Cesareo verso Nardò.
E, invece, di diverso avviso è stato il chiarimento sul progetto da parte dell’ing.Formoso che prevede la “realizzazione delle opere per la normalizzazione della fognatura nera, l’adeguamento dell’impianto di depurazione a servizio dell’abitato di Porto Cesareo, relativo collettamento dei reflui all’emissario dell’impianto di depurazione di Nardò e realizzazione di una condotta sottomarina a servizio di entrambi gli abitati”. Come si vede, bisognerà mettersi d’accordo.
Non va meglio, in fatto di chiarezza sulla discarica di Castellino, su chiusura e successiva post-gestione, scoprendo che secondo la Regione la discarica non deve ancora considerarsi formalmente chiusa. Più di un vizio formale. La stessa Regione che bacchetta la Provincia, accusata di non aver finora effettuato alcuna ispezione e verifica della conformità della morfologia della discarica e, in particolare, della capacità di allontanamento delle acque meteoriche.
Non può dunque considerarsi chiusa – dice la Regione - se la Provincia non abbia eseguito una ispezione finale sul sito,valutato tutte le relazioni presentate dal gestore e comunicato a quest’ultimo l’approvazione della chiusura. Apprendiamo poi che la faccenda delle ecoballe da conferire in discarica e accontentare i fans della “risagomatura” è oggi in stand-by se l’assessore Maglio dichiara che questa rappresenta una delle soluzioni possibili.
Capiamo che ce ne sono altre. Ne prendiamo atto. Vorrà dire che abbandoneremo quella stramberia, lasciando le ecoballe a Cavallino. L’assessore chiede poi alla Mediterranea Castelnuovo 2 di produrre nel più breve tempo possibile copia delle analisi effettuate nell’ultimo anno, così come previsto dalla legge. Chissà se mai le avrà e, comunque si vorrà guardarle con la lente d’ingrandimento. Diciamolo una volta per tutte. La vicenda Castellino non si potrà chiudere in quattro e quattr’otto, ma con procedure di assoluta trasparenza.
Per contare il danno prodotto dalla discarica ci sarà sempre tempo. Ma, come sempre, il veleno sta nella coda e riguarda il bando per la gestione di alcuni servizi nel Parco Regionale di Portoselvaggio-Palude del Capitano e della clausola di “esclusività” prevista. Per concorrere, richiesto il fatturato di 400 mila euro negli ultimi tre anni. A chi è venuto in mente questa procedura e perché non si sono voluti coinvolgere i tanti operatori turistici presenti sul territorio?
Quale attenzione verso le risorse locali? E’ questa la migliore idea di turismo e sviluppo che abbiamo per il territorio di Nardò? Quale dibattito è stato promosso? Fatte salve le buone intenzioni, sembra di procedere a strappi e forzature, forse sperando di azzeccare la scelta giusta. Ne deriva l’impressione di una squadra scarsamente affiatata e che, per giunta, gioca la partita della vita senza allenatore in panchina.
LUIGI NANNI