NARDO' - Strepitoso successo di pubblico per l'evento sul tema "Morire di carcere?" organizzato sabato 16 febbraio, a Nardò, presso il Chiostro di Sant'Antonio, dalla Comunità Militante Andare Oltre. Ha aperto la serata Pippi Mellone, consigliere comunale di Andare Oltre, che ha ricordato come ben il 40% dei detenuti sia in attesa di giudizio (e quindi da presumersi innocente fino a sentenza definitiva) e "risieda" nelle stesse celle con "chi è colpevole oltre ogni ragionevole dubbio".
In una sala gremita, nonostante la fredda serata di pioggia, sono intervenuti numerosi relatori moderati dal giornalista di Nuovo Quotidiano di Puglia, Giuseppe Tarantino. Pippi Mellone ha riconosciuto al partito Radicale il merito di essere stato spesso unico baluardo a difesa dei diritti civili e dei diritti umani in Italia. Ha chiuso ricordando le parole di Fabrizio De Andrè, "poeta degli ultimi", che in una sua famosa composizione affermava: "Anche se non gigli son pur sempre figli, vittime di questo mondo".
Poi è stata la volta dell' avv. Giuseppe Bonsegna, delegato distrettuale dell'Organismo unitario dell'Avvocatura, che ha illustrato le soluzioni prospettate dal "parlamentino degli avvocati" e proposto l'istituzione di un'Autorità super partes, un Garante del detenuto che ne tuteli la posizione anche qualora sia stato condannato in via definitiva.
Luigi De Micheli, di Ordine Futuro, ha, invece, portato all'attenzione del pubblico il caso di Daniele Scarpino, Diego Masi, Luca Ciampaglia e Mirko Viola, quattro giovani detenuti per reati d'opinione in regime d'isolamento da 3 mesi. Un'assoluta ingiustizia per cui i ragazzi hanno chiesto l'intervento dei radicali di Nessuno Tocchi Caino.
Quindi la parola è passata al radicale Sergio D'Elia, componente di Nessuno Tocchi Caino, che ha ringraziato calorosamente il gruppo neretino della Comunità Militante Andare Oltre per l'attenzione dimostrata sul tema delle carceri e si è detto piacevolmente colpito dalla strepitosa partecipazione dei cittadini all'evento. Ha chiuso con una frase che è il senso stesso della serata: "Dopo aver abolito la pena di morte occorre eliminare la morte per pena".
E' toccato poi al dr. Antonio Fullone, da 13 mesi direttore del carcere di Borgo San Nicola, che ha affermato come il suo ruolo debba tendere non alla rieducazione, termine che rifiuta, ma al ritorno in società del detenuto. Ha, quindi, sottolineato come la giunta leccese di Paolo Perrone gli stia mostrando grande attenzione e collaborazione.
Quindi è stato il turno di Rita Bernardini che visitava Nardò per la prima volta e ha ricordato le battaglie radicali su aborto, divorzio e fame nel mondo. Battaglie che in un primo momento apparivano come obiettivi irraggiungibili. Ha poi ricordato le sue 1.500 visite nelle carceri italiane da parlamentare e sottolineato come la probabile assenza dei Radicali dal prossimo Parlamento sia una iattura anche per i detenuti oltre che per l'Italia.
Hanno chiuso le due mamme: Ornella Chiffi, mamma del neretino Gregorio Durante, e Cecilia Greco, madre del leccese Simone Renda. Due racconti strazianti e commoventi quelli delle madri. Racconti che hanno toccato i cuori di tutti i presenti per un evento che difficilmente potremo dimenticare.
Comunità Militante
Andare Oltre