NARDO’ - Adozioni e sparizioni. Si addensa il mistero sulle adozioni canine a Nardò che mettono in allarme le tre associazioni animaliste «Lega Nazionale per la difesa del cane» , «Anpa» e «Una» : «Sono strane le adozioni che si susseguono con una certa periodicità, spesso dalle stesse persone che dopo qualche giorno non hanno più in casa i cani adottati».
Il caso è quello di una donna tugliese che, un mese fa, ha adottato 6 cani del Comune di Nardò e in precedenza altri 3 dal Comune di Galatone. Il canile di Corigliano d’Otranto con cui sono convenzionati Nardò e Galatone, ha inviato una comunicazione al primo cittadino di Tuglie, Daniele Ria, dichiarando esplicitamente «di non ritenere opportuno affidarle altri cani, onde tutelare il benessere degli animali». «Ho provveduto a verificare, tramite un controllo a domicilio degli agenti di polizia municipale, al fine di appurare le condizioni dei cani» dice Ria «Ai vigili la donna ha riferito che un cane fosse morto per dissenteria e gli altri di esser stati adottati al Nord». A questo punto, sorgono i dubbi di Maria Teresa Corsi della «Lega Nazionale per la difesa del cane» e Grazia Parisi dell’«Anpa» di Grottaglie: «Ci sembra assurdo questo episodio. Purtroppo, il traffico di cani prevede come tappa il settentrione ed è ambiguo il movimento di denaro per il trasporto animali in un periodo di austerity, visto che i canili del nord sono pieni e le adozioni sono a costo zero. La legge 281 tra l’altro, non prevede che chi adotta un cane non risieda al suo indirizzo, e addirittura che venga traslato in altre regioni».
E sulle migrazioni canine al Nord, quello che si teme da diversi anni è un fenomeno ben preciso, così come si legge nella circolare ministeriale numero 33 del 1993 di Maria Pia Garvaglia: «Un vasto traffico di cani ma anche di gatti che, prelevati a cifre irrisorie in Italia, verrebbero dirottati e rivenduti a cifre più elevate in Germania e altrove per la sperimentazione». L’appello dunque, degli animalisti è forte: «Vogliamo vederci chiaro su questo fenomeno che trova terreno fertile nel randagismo. Non possiamo ammettere più nessuna disattenzione da parte dei sindaci e delle Asl».