NARDO'- La polizia del commissariato di Nardò ha denunciato a piede libero due donne per furto di capi di abbigliamento. Particolare degno di nota: mentre le sorelle erano impegnate nello “shopping” le pulizie delle attività domestiche presso la loro abitazione erano svolte da una collaboratrice domestica, inoltre, una delle due esercita la professione di avvocato.
Due sorelle, Z.M. quarantaquattrenne e Z.I. quarantenne, originarie e abitanti in un paese vicino a Nardò, si sono presentate in un negozio del centro di Nardò per acquistare delle felpe con due bambini in tenera età al seguito. Dopo averne visionate varie, la scelta ricadeva su alcuni capi e mentre una intratteneva il titolare con varie richieste e informazioni su altri capi di abbigliamento, l’altra li provava prendendoli personalmente dagli scaffali.
L’operazione della prova durava un po’ di tempo, nel corso del quale le due avevano creato un certo disordine a causa dei vari capi provati e non rimessi a posto. Dopo circa 20 minuti, non avendo trovato di gradimento nessuno dei capi, salutavano il titolare guadagnando l’uscita.
Successivamente, nel riporre la merce a posto questi si avvedeva che sebbene nel camerino di prova non vi fossero capi, tuttavia su di uno “stand” vi erano due grucce vuote; in questo modo si rendeva conto di aver subito il furto di due felpe ad opera delle abili signore e tramite il 113 chiamava la polizia.
Dopo veloci accertamenti e immediate acquisizioni testimoniali, gli Agenti del Commissariato di Nardò, riuscivano a ricostruire preziosi particolari circa la fuga a bordo di un’utilitaria ad opera delle due sospettate. Tempestivamente, un’auto civetta del Commissariato era già sotto casa delle donne, un’abitazione ubicata in un comune non distante da Nardò e qui ha atteso il rientro delle due che avveniva di lì a poco. Queste, dopo un breve colloquio hanno inizialmente negato quanto addebitatogli dagli investigatori per poi contraddirsi e confessare di aver rubato le due felpe, portandole addosso fuori dal negozio.
L’immediata perquisizione portava al rinvenimento dei due capi di abbigliamento, del valore complessivo di 240 euro, con i talloncini del prezzo ancora intatti; tra l’altro gli agenti rinvenivano anche una felpa da bambino del valore di 60 euro, anche questa con il talloncino del prezzo di una nota marca di abbigliamento per bambini.
Si accertava che il capo provenisse da un altro negozio di Nardò, specializzato in abbigliamento per l’infanzia e si interpellava la proprietaria che inizialmente negava di aver subito un furto, però fatto un riscontro con il codice a barre del talloncino si avvedeva che la felpa risultava telematicamente nel negozio, ma in realtà si trovava presso l’abitazione delle due abili signore.
Si ricostruiva così che la felpa da bambino era stata rubata dalle due sorelle con due bimbi al seguito utilizzando la stessa tecnica il giorno precedente: una provava e metteva in disordine il negozio, mentre l’altra intratteneva la titolare distraendone l’attenzione.
Così, acquisite le denunce di furto dei titolari degli esercizi commerciali e ricostruiti puntualmente i fatti costituenti i reati, in considerazione del fatto che le protagoniste risultavano incensurate, venivano denunciate a piede libero per il reato di furto aggravato e continuato in concorso tra loro. La merce è stata contestualmente restituita agli aventi diritto.
Particolari degni di nota: mentre le sorelle erano impegnate nello “shopping” le pulizie delle attività domestiche presso la loro abitazione erano svolte da una collaboratrice domestica, inoltre, una delle due esercita la professione di avvocato.