NARDO’ - Il marito avrebbe causato l’incidente con la sua auto, forse sprovvista di documenti da esibire all’arrivo dei vigili, e la moglie sarebbe corsa in aiuto per simulare il coinvolgimento con la sua vettura, però, stranamente intatta.
Ad un mese circa, dal sinistro avvenuto in zona Cimitero, si addensa l’ipotesi di illecito e i due coniugi rischiano di essere iscritti nel registro degli indagati. Il sostituto procuratore, Stefania Mininni ha ascoltato, nella giornata di ieri, il tenente colonnello, Cosimo Tarantino, comandante della polizia locale di Nardò e l’automobilista. È stata proprio la sua Fiat Cinquecento, a destare non poche perplessità negli agenti, che al momento dei rilievi, non hanno individuato alcun tipo di danno, nonostante il brusco impatto, avvenuto con l’ape dell’operaio della ditta «Bianco Igiene Ambientale».
Ecco, in breve, come sono andati fatti. L’uomo, la mattina del 6 aprile scorso, stava uscendo dal parcheggio, quando è stato tamponato da un’automobile che l’ha fatto finire prima sul muro del camposanto, e poi, contro il faro dell’illuminazione. Nella violenta collisione, l’ape è stato notevolmente danneggiato nella parte anteriore della carrozzeria ed è andato in frantumi il parabrezza contro cui l’uomo ha battuto la testa. L’operaio era stato trasportato al “Vito Fazzi” di Lecce, cavandosela con delle lesioni, tagli al volto e al busto, ed ora è a casa in via di convalescenza. Intanto, la polizia municipale si è impegnata a ricostruire l’esatta dinamica della vicenda, rilevando una situazione alquanto anomala che è stata segnalata alla Procura della Repubblica. Da qui l’avvio dell’inchiesta.