“TABULA RASA” SULL’OPERAZIONE “SABR”
E due vecchietti ci spiegano tutto sulla “spazzatura”
Davvero, certe volte pensiamo (e crediamo) che dovrebbe esistere un’Entità Superiore, evidentemente super partes, un centro di gravità permanente, per emettere un giudizio, forse anche una sentenza. Insomma, per dire la “verità” su quanto succede. Inoppugnabile, inappellabile. Non è cosa facile. Prendiamo le due vicende per le quali Nardò è tappezzata di manifesti, da una parte e dall’altra. Sembrava essersi placato questo uso smisurato di manifesti extralarge per dire la propria. Ci eravamo sbagliati. Se questi sono costati cari, hanno poi risparmiato inondando il web che, come sappiamo, è a buon mercato. Dove (sul web) si scagliano fendenti (metaforico) di qua e di là nel tentativo di voler sistemare le cose. Tutto un tortuoso uso e gioco di parole e scontro all’arma bianca nella speranza di abbattere il nemico.
Procediamo in ordine e con la massima semplicità. Una delle due vicende, l’appello che ha mandato tutti assolti dall’accusa di “caporalato” (“Operazione Sabr), è quella che ha fatto più rumore e sulla quale, a mente fredda, bisognerà ristabilire i termini della questione. Dal momento, poi, che la storia è arcinota mi avvarrò in questo articolo della facoltà di non fare un solo nome, né nome e cognome. Forse un artificio prodotto dalla stanchezza. Non serve per quello che si dovrà dire.
Primo. Si diceva dell’assoluzione di produttori agricoli e caporali pesantemente condannati in primo grado (sempre che poi la Procura non intenda insistere). Su questo non c’è dubbio. Il Tribunale ha allontanato, si può dire cancellato, questo “marchio” d’infamia che aveva riguardato Nardò, fin troppo esposta sui mezzi di comunicazione italiani e persino stranieri. Sotto questo aspetto non c’è che essere che giustamente sollevati per le persone ingiustamente condannate che, per conseguenza, hanno riacquistato libertà e onore. Infatti, l’appello ha chiesto e ottenuto la cancellazione di un reato che, “non è mai esistito”. Detto con la più precisa terminologia forense, che “il fatto non sussiste”. L’hanno detto i giudici.
Secondo. A quel punto è scoppiato il finimondo. Si sono appalesati politici nel dire che (allora) erano nel giusto nel valutare la situazione, altri hanno rincarato la dose tirando la coperta dalla loro parte, altri ancora che avevano visto “giusto” in ogni caso. Infine, avvocati che intendono citare questo caso e il suo esito per annoverarlo nella loro collezione di vittorie. Ma sul “terreno” (detto delle angurie e dei pomodori) restano altre storie. Quelle di un rapporto di lavoro iniquo e svolto in condizioni inaccettabili. Chi l’ha detto? Sono state le Autorità di Polizia ad accertarlo. E non una sola volta. Nero su bianco. Terzo. Da domani mi verrà di non credere nemmeno a quelle, visto che si sono sbagliate.
Nel cantare vittoria bisognerebbe essere più prudenti, sommamente prudenti e non far finta che nulla a Nardò sia successo. Vero o no? C’è sempre, comunque, la possibilità di rimediare, migliorare e migliorarsi. Da domani bisognerà stare molto più attenti di prima. Capire che quello che s’è fatto non fosse adamantino. (Ri)sbagliare potrebbe costare veramente caro. A buon intenditori, col quel che segue.
Per l’altra vicenda (spazzatura!) al netto della ventina di testoline di maggioranza e opposizione nei manifesti affissi con largo spiegamento di forze, e che ricordano tanto la gogna, mi avvalgo di quanto ho ascoltato in una conversazione da bar tra due anziani, ben al di sopra dei loro ottant’anni. Basta e avanza per capire, dal momento che non siamo capaci di fare i ragionieri della tariffa della spazzatura.
Primo, i due anziani dicevano che tutti quei bidoni consegnati dalla Ditta Bianco non sapevano dove metterli dentro casa. L’uno viveva con la moglie e l’altro da solo col figlio che lo andava a trovare di tanto in tanto. Dicevano di consumare così poca spazzatura che gli bastava usarli una o due volte la settimana. Non consumano né carta né lattine. In compenso imprecavano sull’esosità della tariffa (già cara prima di quest’ultimo aumento). Infine si chiedevano come fosse potuto succedere tutto questo con una discarica (anche qui ometto il nome) che ci ha ammorbato per anni; la teniamo sempre sotto casa e dalla quale non abbiamo tratto nessun beneficio.
Nell’uscire dal bar i due anziani hanno fatto cenno alla loro cattiva salute e si sono augurati BUONA PASQUA!
LUIGI NANNI