SEQUEL 2 - “CI L’ERA SAPUTU PRIMA” – ISTRUZIONI PER L’USO RIVOLTE AI CANDIDATI
E con una cronaca neritina di passate competizioni
“Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno” – A rischio di blasfemia, condividiamo.
Sulla bruttissima vicenda della “Spiaggia per disabili” (e su cui, autorevolmente, sono intervenuti i candidati - sindaco Falangone, Frasca e Ronzino e, tra gli altri, l’onorevole Alemanno e Paolo Paladini, garante delle persone con disabilità presso il Comune di Leverano), sbaglia l’attuale assessora Maria Grazia Sodero, soprattutto quando cerca di legittimare il cartello apposto a Sant’Isidoro, rincorrendo e ricorrendo a formulazioni e concetti che ormai sono abbondantemente alle nostre spalle.
Insomma, nessuno può decidere chi deve stare di qua e chi deve stare di là. Esattissimo, pertanto, quello che in tanti hanno detto e ripetuto (e con questo chiudiamo la faccenda), che una spiaggia, se attrezzata, deve esserlo per tutti e senza alcuna distinzione.
Va da sé, poi, che nella numerosità dell’utenza, possa esserci il disabile o il diversamente abile che, in virtù di quanto realizzato, possa goderne pienamente secondo il proprio bisogno. Vedere alla voce “inclusione”.
La cosa può aver gettato tante famiglie nello sconforto. Sia perché appesantite dall’onere di prestare quotidiano aiuto al congiunto (tante sono, poi, le disabilità), sia per la constatazione di vedere in un sol colpo (e cartello choc!) fare passi indietro in tema di disabilità. Ci associamo pertanto alla proposta di dover chiedere umilmente scusa alle tante famiglie (di Nardò o altrove fa lo stesso) per aver offeso, sia pure involontariamente, la loro sensibilità. E, dunque, si proceda con l’immediata rimozione del cartello prima che faccia il giro del mondo.
Questa storia grava sensibilmente sul tenore di questo pezzo, essendomi ripromesso qualcos’altro di diverso e di più leggero. Ma c’è l’urgenza di dovermi ancora interessare del presidente Michele Emiliano. Bene in sella e già visto partire con grande anticipo verso la riconferma. In che modo? Con tanti ex avversari politici portati a bordo del carrozzone regionale e delle sue emanazioni a botta di incarichi. Come è stato ben rilevato, la cosa ha ben funzionato nell’azzerare un’opposizione sempre più inconcludente sul piano delle analisi, della proposta e del controllo. Si tratta di una rete fitta di legami, un grumo di potere, che rischia di fare di Emiliano il Gulliver imprigionato dai lillipuziani. E buono per tutte le stagioni. Dopo l’endorsement a Mellone (maestro di vita…) si è spinto ancora più in là con Matteo Salvini cui riconosce “onestà intellettuale” e pertanto - dice Emiliano - vorrà “incoraggiare” i suoi sforzi per cambiare il Paese.
Da Bari a Nardò per rientrare nel clima delle prossime elezioni. Con la volontà di questa rubrica di voler dare qualche (disinteressato) consiglio ai partecipanti. A cominciare dal verificarsi dell’assedio prossimo venturo per la richiesta di voto per la quale ( sempre che non abbiate incrociato proprio quel candidato a cui pensavate giorno e notte), è irresistibile rispondere con la formula “Ci l’era sapùtu prima”! In tal modo farete sempre una bella figura, poiché vi sarete comportati da persone serie. D’altra parte, non avete detto di no, che non intendete votarlo. Avete invece inteso dire che l’avreste senz’altro fatto. Soltanto che, “ci l’era sapùtu prima!”
A tal proposito, vorrei dirvi della mia modesta esperienza di partecipazione a due consultazioni elettorali (e comunali). La prima volta, circa un quarto di secolo fa, col mio candidato sindaco, stravotato, ebbi una buona affermazione, certo sufficiente per essere eletto consigliere. Per il candidato-sindaco, oltre 12 punti e mezzo la percentuale di vantaggio! Ebbene, si riuscì a perdere (proprio come ha fatto Risi con Mellone )! Allo spoglio bastarono le prime cinquanta schede per capire come poi sarebbe andata.
Più divertente, invece, l’altra partecipazione. E, con questo, mettere sull’avviso dalla false promesse. Ero segretario del Pds e volli ugualmente mettermi in lista per dare una mano al partito. Non c’erano quella volta le condizioni per essere eletto e tuttavia il partito aveva bisogno dei suoi militanti. Come si dice, contavo su un certo numero di voti, poi qualcuno mi avrebbe anche aiutato. In particolare, un carissimo amico mi organizzò un incontro dalle parti del torrino. Due cognate, un fratello, alcuni cugini e gente conosciuta. Una trentina di persone in un salone esageratamente grande. Fui presentato, mi chiesero di aggiustare la strada, di sistemare il verde, non ricordo altro. Presi appunti e parlai …da politico, non promettendo nulla se non l’impegno personale e quello del partito che rappresentavo.
Uscirono anche paste secche e acqua minerale. La cosa durò un bel po’, quasi mezz’ora, dovendo ascoltare le loro richieste e il piccolo litigio di chi, pur bisognoso, non la pensava allo stesso modo. Insomma, un bell’incontro, all’insegna della simpatia. E’ tutto qui? Certo che no. Dopo una settimana l’amico promoter mi chiamò: “Luigi, hanno bisogno di altro materiale!” (volantini, schede ndr). Cosa voi avreste fatto? A costo di indebitarsi sino al collo, avremmo procurato tutto il materiale del mondo! E così feci. Presi un bel pacchetto di fogli stampati, piegati in apposite buste e varcai la porta del primo incontro. La storia finisce con le urne chiuse e il momento dello spoglio. Ero certo del fatto che un bel po’ di voti li avrei presi in quella zona. Insomma, ci tenevo a fare una bella figura.
Che forse avevo anche fatto, ma con un risultato che a prima vista ritenni insufficiente. Poi, tignoso, volli scoprire dove avevo preso quei voti, ringraziando comunque l’amico per quanto si era adoperato. Era chiaro che parte di quelle decine di voti provenivano da “quella zona” e per verificarlo bastava annotare le due, tre sezioni dove quelle care persone avevano votato. Grande (macchè, grandissima!) fu la sorpresa di scoprire che non avevo ricevuto nessun voto! Nemmeno uno! Un bambino si sarebbe messo a piangere, ma io ero già bello grande per capire come andava il mondo e ancor oggi far capire che i giochi elettorali sono perfidi, pieni di trabocchetti e che non si guarda in faccia nessuno. Nemmeno la mamma! (venni poi a sapere che altre squadre affiatate e certo più autorevoli di me avevano fatto il “ripasso” tra quei votanti).
Infine c’è la stretta attualità e qualche stramberia raccolta qua e là: c’è chi chiede se le elezioni sono confermate per ottobre, un altro che preferirebbe il sorteggio dei candidati al consiglio, un altro ancora si chiede chi paga tutti quei manifesti e quanto occorrerà per smaltirli. “ Per differenziarli –insiste - vanno con la “Carta” o con il “Non Riciclabile”, essendo intrisi di colla?
LUIGI NANNI