LA PROPAGANDA, LA CECITA’, LA POLITICA “LILLIPUZZIANA” (E OGNI RIFERIMENTO ALLA “FONTANA NANA” E’ PURAMENTE CASUALE)
NARDO’ SEMPRE PIU’ “ABBOTTONATA”. MANCA OGNI PARVENZA DI DIBATTITO E LE VOCI INTERESSATE, SE NON SCOMPARSE, SI SONO DEL TUTTO AFFIEVOLITE
I CASI TORBIDI DI “CASTELLINO” E “GERONTOCOMIO”. E DAL 15 GIUGNO PREPARIAMOCI A RICEVERE LA MERDA DI PORTO CESAREO!
Tutte le volte che passo dalle parti di via Aldo Moro insieme a mia moglie e si “ammira” la “fontana nana”, lei è convinta del fatto che qualche intervento dovrà ancora essere eseguito.
Cioè, che si tratti di qualcosa di ancora provvisorio e che su quella specie di pista d’atterraggio di elicotteri si dovrà ancora mettere mano. Non riesco a convincerla che “l’opera” è tutta lì, e non ci sarà altro da fare, dovendosi accontentare della maxi piattaforma e di zampilli ad altezza di bidet. Che quel rondò non vedrà altri interventi, né domani né dopodomani. Non si capacita mia moglie come mai, con tante menti in circolazione, ci si sia limitati a un qualcosa di obiettivamente discutibile (e costoso).
Sono stato... costretto a convenire con lei e darle ragione. Nemmeno un giro per la Puglia per vedere qualche bella fontana che pure esiste, o semplicemente consultando un book fotografico di aziende di settore per fare una cosa più decente. Un concorso di idee, semmai coinvolgendo studenti di qualche scuola di Nardò o artisti che pure abbiamo e non saperli valorizzare. Se proprio tutto ciò non era possibile, per lo meno affidarsi a chi le fontane le sa realizzare, per non dover poi far fare la doccia a pedoni e automobilisti. Non solo, basta che soffi un po’ di vento e l’acqua scorre copiosa sulla strada. Per la cronaca, un’opera” costata ben 320mila euro!
Anche perché, ricordiamolo, non tutti sanno fare di tutto, anche se hanno titoli da esibire. Per certe cose occorre specializzazione. Andiamo con gli esempi: non tutti gli ingegneri o architetti (loro stessi convinti), sanno fare una piscina, un campo di calcio o di pallacanestro. D’accordo? Bisogna avere competenze specifiche e, per stare in argomento, quantomeno debbono sapere come stare in piscina, saper nuotare, come mantenersi a galla o sapere che il pallone è rotondo e come farlo rotolare. Ovviamente, non si tratta di solo questo, debbono avere l’umiltà di avvalersi di altre collaborazioni, altre competenze. Per il resto, non si tratta di esempio azzardato. Basterebbe dire che, alla fine, i lavori bisogna farli con cura. Anche perché emblematico è l’esempio del tratto “Saletta- Pagani”, strada per il mare, che risulta (da anni!) pericolosa a cominciare dai continui avvallamenti e del fatto di aver sbagliato la canalizzazione delle acque piovane. Che allagano la sezione e guidando si rischia sempre l’incidente. Non so se gli ingegneri del tempo, la ditta o l’impresa, siano mai stati chiamati in causa, a dare conto della loro imperizia. No, con ogni probabilità. La strada è sempre lì, pericolosa come sempre e nessuno, nemmeno Mellone, ha pensato mai di intervenire.
Ma non è nemmeno questa la cosa più grave. Non mi risulta che ci sia mai stata una “voce” critica, pubblica, tra le decine di ingegneri, geometri e architetti che Nardò pure annovera. Vale a dire, da parte di chi aveva l’obbligo morale e professionale di criticare una cosa così mal fatta. No, non è un fatto normale.
Un esempio clamoroso s’è poi verificato dalle parti del Rione Stanzie, con interventi di edilizia pubblica su una palazzina delle Case Popolari. Ebbene, al termine dei “lavori”, la ditta è rientrata in sede, lasciando più di una cosa in sospeso e l’errore clamoroso di non aver previsto la pendenza giusta in caso di pioggia. Più precisamente, l’acqua andava dalla parte opposta dell’atrio, invece di scorrere in senso contrario. Vi lascio all’incredulità (e disperazione) di una inquilina che mi ha più volte pregato di scrivere il “solito” articolo, quando invece le consigliavo di farsi sentire “cu llu sangu a l’uecchi” da chi di dovere, poiché aveva tutte le ragioni del mondo.
Non deve essere sempre l’umile cronista a sollevare certe questioni e che, per il resto, potrebbe fare esempi a bizzeffe. Fermiamoci un altro po’ l’esempio delle strade. Propaganda e retorica non vengono adeguatamente contrastate, ogni volta che si magnifica l’intervento di qualche strada asfaltata (ma cosa ci sta a fare, allora, un’Amministrazione?). Fossero anche dieci o venti. E via con la grancassa di quello che s’è fatto. All’opposizione (umile consiglio) basterebbe far ricordare che di strade a Nardò ancora da asfaltare ne restano dieci volte tanto e nessuno interviene. Ma se nemmeno questo viene detto, sempre l’opposizione, non si può poi lamentare del suo scarso consenso. Basterebbe girare per la città, prendere nota e parlare con i cittadini; qualche soddisfazione riuscirebbero certo ad averla. Mi viene l’esempio più vicino, via Carducci, tutta bucherellata e vegetazione “spontanea” lungo i marciapiedi, da interesse botanico. Ho parlato con due residenti di quella strada; hanno alzato le braccia, non hanno mai saputo a quale santo rivolgersi.
Propaganda e retorica vengono diffuse a iosa e starebbe ai cittadini avere capacità e strumenti per smontarle. A intermittenza si parla sempre della discarica di Castellino senza che mai nulla succeda (ricordiamolo: ci siamo tenuti la discarica per anni, ricevendo sempre danno e nessun beneficio sulla tassa dei rifiuti!). Oggi si torna alla carica sull’ex Gerocontocomio con un giro di valzer di questa amministrazione che pensa di non dover dare conto a nessuno e fare di testa propria.
Ma è il caso che qualcuno (consiglierei: tutti!) s’interessino della faccenda. E con qualche domanda che merita risposta:
a) La demolizione per la “futura” realizzazione di altro manufatto è stata oggetto di una deliberazione approfondita da parte della Pubblica Amministrazione?
b) Sono stati valutati i pro e i contro delle possibili scelte? La demolizione, al di là dei profili di resistenza degli architetti, era la soluzione più ragionevole e soprattutto più economica?
c) Se deve essere realizzato altro manufatto per creare una “presunta” casa per anziani, non valeva la pena riqualificare l’esistente?
d) Sarebbe utile sapere da parte dell’opposizione quale posizione abbia assunto e semmai andare a scoprire che qualche tempo fa sul gerontocomio venne presentata una proposta di project financing e sapere che fine abbia fatto.
e) Eppoi, come si spiega il fatto che dopo aver “utilizzato” il gerontocomio come asset immobiliare (e conseguente “valorizzazione”) per consentire di evitare lo sforamento di bilancio e il dissesto , oggi si vira per la sua demolizione? E, per conseguenza, che impatto ha sul Bilancio attuale?
f) I Revisori che cosa hanno detto in merito e che cosa hanno da dire? Chi controlla il controllore? Non c’è chiarezza.
Ma inganno sì, come per certe promesse non mantenute da parte di questa Amministrazione. Pensate, dal prossimo 15 giugno il Comune di Porto Cesareo potrà liberamente scaricare i reflui fognari nel nostro mare, a Torre Inserraglio , dove già scarica il depuratore a servizio della rete fognaria neritina. Un annunciato disastro ambientale. Mellone deve spiegare perché ha autorizzato tale collegamento consentendo a una popolazione di 100mila vacanzieri (tanti ne conta Porto Cesareo d’estate!) di scaricare quella montagna di merda senza alcuna garanzia sul tanto millantato riuso a fini irrigui in agricoltura. Ancora si ricorda il bluff del progetto “scarico zero”, delle “trincee drenanti”, confermato a suo tempo come tale anche dalla Regione Puglia. Tutto ridicolo e pericoloso.
Come si vede, sarebbero questi argomenti fondamentali per la nostra comunità, ma lasciati in abbandono o “gestiti” con fini di parte. L’appello è alla politica e ai cittadini tutti affinchè prendano di petto la questione. E torno all’appello di chi ne sa più di tutti noi: dica la sua, non chiuda gli occhi, sia generoso e impegni tutte le sue forze per conseguire un risultato semplicemente utile per la collettività. Cosa certa è che un giorno gliene sarà grata.
LUIGI NANNI